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libro terzo 205

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia della Lega Lombarda.djvu{{padleft:211|3|0]]che questa preparava alla sua carissima Lodi. Rivalicato il Po, si dette a devastare colle milizie tutta la sponda del Lambro, recidendo alberi, e disertando i campi che erano in fiore. I Milanesi che si sentivano cresciuti gli spiriti non che a difesa, ma bensì anche alle offese, non patirono in pace que’ danni, uscirono in campo per dar su le mani a que’ ladroni. Eransi tutti riconciliati con Dio colla penitenza innanzi entrare in fazione col nemico[1]. Religiosa provvidenza che incominciano a notare i cronisti dopo la scomunica del Barbarossa. Dugento Piacentini erano accorsi in aiuto, recando il loro Carroccio e certe macchine da guerra, che aveva trovate un eccellente ingegniere Guantelino di nome. Erano queste certi carri falcati di picciola mole e leggieri[2], che avevano la fronte a foggia di scure, e tutti intorno gremiti di falci, i quali tratti contra all’oste nemica, dovevano fare un gran tagliare a fascio di uomini e cavalli. Scontrarono a S. Romano l’oste guastatrice, e incontanente si ordinarono minacciosi per tirarla a battaglia; ma Federigo consigliato da prudenza, di notte tempo si ritrasse a Pavia, non osando misurar le forze coi Milanesi.

Questi non si potevano dar pace della distrutta Crema, la quale tra per la invincibile costanza con cui erasi mantenuta nella loro fede, e la opportunità del sito ove sorgeva, era stata sempre un forte presidio alle cose loro. Volevano rendere la pariglia a Federigo, togliendogli Lodi, la quale grandemente noiavali, come troppo vicina, e come padrona del passo dell’Adda; ma gli assalimenti con cui la tentarono non riuscirono che a varie fazioni colla peggio de’ Milanesi, ed a fare meglio munire la città con mura, delle quali pose la prima pietra il Vescovo Alberico[3].

  1. Sir. Raul. ... accepta poenitentia...
  2. Sir Raul li chiama plaustrellos.
  3. Otto Morena I. R. S. v. 6. p. 1073. 1074.
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