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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:113|3|0]]ai tempi di Pausania[1]; e non meno informi erano allora le figure degli dei venerati nel rimanente della Grecia[2]. Tali erano la Giunone di Tespi e la Diana d’Icaro[3]: la Diana Patroa e ’l Giove Milichio a Sicione[4], e la più antica Venere di Pafo[5] non altro erano che una specie di colonne[6]. Bacco fu adorato sotto la forma d’una colonna[7], e l’Amore istesso[8] e le Grazie[9] rappresentate veniano da una semplice pietra. Indi è che i Greci, anche ne’ più bei giorni, usarono la parola κίων (colonna) per indicare una statua[10]. Castore e Polluce disegnati furono dagli Spartani con due pezzi di legno paralleli insieme uniti a due traversi pur di legno[11], e quella primitiva configurazione si ravvisa tuttora nel segno H, con cui nello Zodiaco son figurati i Gemini[12].

[Cominciarono da rappresentar l'uomo.] §. 11. In seguito di tempo furono messe delle teste in cima a queste pietre. Eravi un Nettuno così foggiato a Tricoloni[13], e un Giove a Tegea[14], l’uno e l’altro in Arcadia, poiché in questo paese, piucchè presso ogn’altro


popo-

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  1. Pausan. lib. 7. cap. 22. pag. 379. l. 32.
  2. Id. l. 8. c. 31. p. 665. l. 28., c. 32. p. 666. l. 27., c. 35. p. 671. l. 23. [Per dar luogo a questa citazione di Pausania, che qui stava fuor di proposito, forse per una svista dell’Autore, ho inserito nel testo l’inciso, a cui si riporta, come sta nel Tratt. prelim. ai Monum. ant. capit. I. pag. X. lin. 18. Pare però che Pausania nei luoghi citati parli di Ermi ben fatti, anziché di rozze pietre quadrate.
  3. Clem. Alex. l. c. [Erano fatte di due tronchi d’albero senza alcun lavoro. A Clemente Alessandrino si accorda Arnobio Advers. Gentes l. 6. p. 196.
  4. Paus. lib. 2. cap. 9. p. 132. l. pen. [La prima era in forma di colonna, e il secondo in forma di piramide.
  5. Max. Tyr. l. c. [La dice in forma di una bianca piramide. Tacito Hist. lib. 2. c. 2 e 3., che ci ha conservata più a lungo la memoria del tempio antichissimo di Venere in Pafo, e della di lei statua, dice avesse la figura d’un cono, come una meta, e aggiugne d’ignorarne la ragione. Di tale figura si vede anche su qualche medaglia presso Patino Imper. rom. numism. ex are media et inf. for. pag. 80., Tristan Comment. hist. Tom. I. pag. 419., Spanhemio De usu et præst. numism. Tom. I. Diss. 8. §. VI. pag. 505.
  6. Eumalo antico poeta diceva che da principio le divinità tutte si rappresentavano in forma di colonna; e tale era fra le altre l’Apollo delfico. Clemente Alessandr. Strom. l. 1. n. 42. p. 418. in fine, e pag. seg.
  7. Schwarz Miscel. polit. humanit. p. 67. [Tristan Comment. hist. Tom. I. p. 419.
  8. Paus. lib. 9. cap. 27. pag. 761. l. 35.
  9. Id. lib. 9. cap. 38. pag. 786. l. 19.
  10. Codin. de Origin. Constantinop. c. 38. pag. 19. C. [Questo scrittore de’ bassi tempi parla di statue poste sopra colonne.
  11. Plutarch. de Amor. frat. princ. oper. Tom. iI. pag. 478.
  12. Palmer. Exercit. in auct. græc. ad Plut. de ira cohib. pag. 223.
  13. Paus. lib. 8. cap. 35. p. 671. l. 24.
  14. Id. ibid. cap. 48. p. 698. l. 2.
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