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34 | O r i g i n e d e l l e A r t i |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:140|3|0]]Etruschi quest’arte d’incidere in pietra alla sua perfezione portarono, siccome in appresso dimostreremo. Estesissimo era presso gli antichi l’uso di siffatti lavori, del che abbiamo chiarissimo argomento nelle due mila tazze incavate in pietra dura, che al riferir d’Appiano[1], trovò Pompeo nel tesoro di Mitridate. In oltre la quantità pressoché infinita delle gemme antiche che abbiamo, e che si vanno disotterrando tuttodì, fa prova del prodigioso numero d’artisti, che in ciò s’occupavano.
§. 23. Osservo quì, che Euripide e Platone[2] chiamarono col nome di fionda (Σφενδόνη) una pietra incassata in un anello. Di questa denominazione nessuno finora, che io sappia, ha indovinata la ragione, per non avere osservata la somiglianza tra la fionda e l’anello, dalla quale tal nome deriva. Diffatti la pietra incassata in un anello somiglia in qualche maniera al sasso nella fionda, e l’anello stesso può ai cordoni di questa paragonarsi. Anche i Romani chiamarono funda, cioè fionda, la pietra che al di sopra dell’anello suole incassarsi[3].
[Fecero molto del vetro..] §. 24. Nell’indicare le materie diverse su le quali gli antichi artefici lavorarono, non dobbiamo omettere di far menzione delle opere loro sul vetro, su cui hanno portata l’arte a tanta perfezione, che noi siamo ancora ben lontani dall’uguagliare: basta vedere i lavori loro più belli per esserne persuasi. In generale faceasi anticamente maggior uso del vetro che fatto non si è di poi; e adoperavasi non solo ad uso domestico pe’ vasi d’ogni maniera, de’ quali gran copia sen vede nel museo d’Ercolano; ma eziandio per le urne destinate a contenere ne’ sepolcri le ceneri de’ trapassati[4]. Il
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- ↑ De Bello Mitrid. pag. 251. E.
- ↑ Eurip. Hippol. Act. IV. v. 862., Plat. De Republ. lib. 2. princ. oper. Tom. iI. p. 359. lin. pen.
- ↑ Plin. lib. 37. cap. 8. sect. 37. [È il cavo stesso, ove s’incassa la pietra, che Plinio in questo luogo, e poco dopo cap. 9. sect. 42. chiama funda.
- ↑ Se ne formavano anche delle grandi colonne. S. Clemente, o altri che sia l’autore