Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
d e l D i s e g n o. | 39 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:145|3|0]]mazzi; e que’ fili conservano sempre la medesima posizione rispettiva, come appunto nella filiera una verga d’argento indorata sempre uniformemente indorata allungasi fino alla fine. È quindi verosimile che per siffatti lavori gli antichi abbiano adoperati de’ grossi tubi tirandoli in fili d’una somma sottigliezza.
[Fecero paste di vetro imitando le gemme.] §. 31. Ma i più utili tra i lavori di vetro degli antichi sono le impronte che facevano in esso non solamente delle gemme, sì di rilievo che incavate, ma eziandio di opere più grandi, tra le quali esiste anche oggidì un intiero vaso. Queste paste prendevano tutte le forme, i più minuti tratti, e le vene istesse delle pietre su cui erano formate; anzi in alcune, al riferir di Plinio[1], vedeasi pur imitato in rilievo il doppio color de’ camei. V’ha de’ pezzi di questo genere, assai rari certamente, ne’ quali la figura rilevata è stata ricoperta d’una grossa foglia d’oro: tale è una testa di Tiberio, di cui è ora possessore il sig. Byres in Roma. Siffatte paste ci hanno conservate molte antiche figure, delle quali si sono smarrite le gemme originali[2].
§. 32. Di |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:145|3|0]]
- ↑ Lib. 35. cap. 6. sect. 30. [Plinio in molti luoghi racconta, che si falsificava ogni sorte di pietre preziose in maniera, che difficilmente si distinguevano; così dell’opalo, come si è detto poc’anzi, lib. 37. cap. 6. sect. 22.; del carbonchio, ivi cap. 7. sect. 26.; del jaspide, cap. 8. sect. 37.; del giacinto, del zaffiro, e di tutti i colori, lib. 36. cap. 26. sect. 67. Può vedersi anche il Galeotti Museum Odescalc. præfat. §. XX. pag. XXII. Il Buonarroti Osservaz. istoric. sopra alcuni medagl. prefaz. pag. XVI. scrive, che si veggono in questo genere camei, e intagli per ordinario di buon disegno, impressi colle stampe, come si conosce da molti vetri, che si trovano, i quali non sono ancora finiti di ripulire, e ritondare, e hanno tuttavia quell’avanzo, e sbavatura di vetro. Aggiugne però che crede che qualche volta anche s’intagliasse il vetro per farne camei.
- ↑ Tutto ciò che sin qui ha detto Winkelmann intorno agli antichi lavori di paste di vetro, gli fu comunicato dal di lui amico signor consigliere Reiffenstein sopralodato, presso del quale non solamente avea spesse volte osservata la collezione di lavori di vetri, che rammentammo poc’anzi, ma ancora le esperienze, e produzioni fatte dal medesimo per rimettere in uso cotesti lavori curiosi insieme ed utili, de’ quali erasi perduto il meccanismo, se sene eccettuino le impronte d’intagli, perfezionate in questi ultimi tempi dal signor Hamberg, e dal sig. barone di Stosch. Winkelmann di fatti parla di queste esperienze, e tentativi nel supplemento alla prima edizione di questa Storia, sul fine del primo capo pag. 9., dandovi notizia del loro buon esito, e indicando particolarmente la riuscita de’ camei dalla forma annulare similissima a’ camei effettivi sino alla grandezza d’un palmo in lungo; e di altri lavori o consimili agli antichi, o affatto nuovi, come quello, per esempio, di far comparire camei fra due lastre di vetro trasparenti, quasi ermeticamente sigillate al fuoco, ove si mirano come tanti insetti nell’ambra rinchiusi. Ho ammirati anch’io tali lavori, e parecchi altri ad uso di musaico fatto di fili, che si trovano nella stes-