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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:159|3|0]]ste de’ Greci e de’ Turchi hanno una più bella ovale che quelle de’ Tedeschi e de’ Fiamminghi. Anche il vajuolo ne’ paesi caldi è meno pericoloso che ne’ freddi, ove è un mal epidemico e distruttore quasi al par della peste. Indi è che in Italia di mille persone, che abbiano avuto il vajuolo, appena dieci ne sono segnate[1]. Gli antichi Greci non aveano questo male[2]: almeno deggiamo inferirlo dal silenzio degli antichi medici Ippocrate, e Galeno suo interprete, i quali né di vajuolo parlano mai, né del modo di curarlo. Fra le moltissime e variate descrizioni che abbiamo di umani volti mai non si parla d’alcuno segnato dal vajuolo; difetto da cui Aristofane e Plauto avrebbono ben saputo trarre del ridicolo: né v’è in tutta la lingua greca una voce che significhi questa terribile malattia, il che porge un certissimo argomento per inferire ch’ella fosse pienamente ignorata.

§. 13. Né, perchè generalmente io attribuisca la bellezza agli abitatori de’ climi caldi, voglio perciò asserire, che non v’abbiano di belle figure eziandio ne’ paesi freddi. Conosco di là dalle alpi persone, e ben anche di bassa condizione, nelle quali sembra essersi compiaciuta la natura a far pompa della più perfetta bellezza, cosicchè al viso e alla corporatura non solo possono paragonarsi ai più begli uomini di quelle contrade; ma avrebbono pur potuto servir di modello ai greci artisti per le figure più nobili, e per le più avvenenti sembianze, sì riguardo le parti loro prese singolarmente, che riguardo il complesso dell’intera persona.


§. 14. Il

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  1. Osserva il signor de la Condamine nella Memoria dell’inoculaz. del vajuolo, princ., che questa malattia senza distinzione, di sesso, dieta, e clima toglie dal mondo, o disfigura un quarto del genere umano: e volesse Iddio che l'Italia non ne sentisse gii effetti oltre a quel punto, che dice i! nostro Autore! L'esperienza quotidiana, e molto più il ritorno periodico, che fa ogni tre o quattro anni il vajuolo a modo quasi di pefle, ci fa vedere che in queste contrade presso a poco si verifica egualmente la suddetta osservazione.
  2. Nemmeno i Romani conobbero questa malattia, di cui probabilmente non fu infetta l’Europa prima del secolo IX. V. Diction. Encycl. artic. Verole.
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