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54 | O r i g i n e d e l l e A r t i |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:160|3|0]][Influenza del clima sullo spirito...] §. 14. Il clima, come nell’esterna configurazione degli uomini, cosi influisce eziandio nell’interna loro indole; nel che però e l’educazione e i costumi e la forma del governo hanno pur molta parte. La maniera di pensare degli Egizj e de’ Persi, come de’ Greci, si mostra nelle loro opere. Hanno i [..de’ popoli sì orientali... ]primi un’espressione sempre figurata, viva, e piena di fuoco, come il clima che abitano; e il volo de loro pensieri per lo più oltrepassa i limiti del possibile. Tali cervelli immaginarono le strane figure che in que’ paesi adoravansi, nelle quali oggetti diversi di varia natura e di sesso differente si riunivano a formare un sol mostro. Sembra che quegli artisti abbiano preso di mira lo stravagante anziché il bello.
[...che Greci.] §. 15. I Greci all’opposto, che sotto un cielo più temperato, sotto un governo più dolce vivevano, e abitavano un paese che, come dicean essi, loro aveva assegnato Pallade stessa [1](a) a preferenza delle altre nazioni, per la temperatura del clima; i Greci, dissi, aveano l’immaginazione vivace e pittoresca, qual’è la lingua loro. I lor poeti, cominciando da Omero, non solo parlano sempre con immagini, ma le dipingono sovente con una sola voce, anzi con un’armonia imitativa, cioè col suono stesso delle sillabe, e vivissime sempre sono di tutt’i loro quadri le tinte. La loro immaginazione non era gigantesca come quella de’ mentovati popoli; e i loro sensi, che per mezzo di pronti e sensibili nervi agivano su un cervello di tessitura dilicata, scoprivano agevolmente le diverse proprietà d’un oggetto, e sapevano tosto discernere il bello ovunque lo trovavano.
§. 16. Tra i Greci, quelli che trasportaronsi nell’Asia minore, oltreché andarono ad abitare un cielo ancor più felice, accrebbero, dopo la loro emigrazione, alcune vocali al linguaggio, che più dolce con ciò divenne e più armonio-
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