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56 O r i g i n e   d e l l e   A r t i

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:162|3|0]]to in noi possente, che modifica ed altera la nostra fisica costituzione, e i sensi ne assoggetta alle sue leggi: un orecchio il quale sia uso alla musica francese non è punto sensibile all’armonia più soave dell’italiana.

§. 19. Quindi nasce la differenza che v’era fra i Greci stessi, e cui prende di mira Polibio[1], ove dell’arte della guerra presso di loro favella e del loro valore. 1 Tessali eran buoni guerrieri, dic’egli, quando in piccole squadre scaramucciando potean combattere; ma in una battaglia campale non resistevano lungamente: l’opposto de’ Tessali erano gli Etolj[2]. Quei di Creta non la cedevano ad alcuno, ove d’imboscate trattavasi e di stratagemmi, ove combatteasi cogl’inganni, e doveasi recar danno al nemico; ma non erano d’alcun uso nelle azioni che richiedean valore: avveniva il contrario degli Achei e de’ Macedoni. Gli Arcadi tutti per un’antichissima legge eran tenuti ad apprendere la musica, e studiarla assiduamente fino all’età di trent’anni; e in ciò non altro erasi proposto il legislatore fuorché di render l’animo sensibile, e dolci i costumi d’una nazione, che vivendo fotto un cielo aspro, in un paese circondato da incolte montagne, fiata farebbe naturalmente rozza e selvaggia: diffatti gli Arcadi fra tutt’i Greci erano i più miti e i più benefici. Per lo contrario i Gineti loro sudditi, che quella costumanza abbandonarono, né mai vollero imparare la musica né esercitarla, ricaddero nella prima loro rozzezza, e furono l’odio di tutta la Grecia [3].

§. 20. Ne’ paesi, ove coll’influenza del clima coopera un’ombra ancora dell’antica libertà, s’è conservata a un di


pres-

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  1. Histor. lib. 4. pag. 278.
  2. Polibio loc. cit. C. scrive, che i Tessali erano bravi cavalieri nelle scaramucce, e nelle battaglie regolate, ma non a solo a solo fuor di battaglia; all’opposto erano in tal genere di combattere più valenti gli Etolj: Thessalorum equitum impetus, quando turmatim, aut justa acie pugnant, sustineri non potest: ad pugnandum extra aciem pro loco & tempore viritim, inhabiles sunt ac lenti. Ætoli contrario modo se habent.
  3. Lo stesso libro cit. pag. 289. e seg.
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