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presso gli Egizj, i Fenici, e i Persi. 69

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:175|3|0]]linconico di quella nazione ebbero origine i primi anacoreti[1]; ed ha calcolato un rinomato scrittore della storia ecclesiastica, che verso la fine del quarto secolo v’erano nel solo Egitto inferiore settanta e più mila monaci[2]. Quindi è altresì, che gli Egizj sempre mantennero in vigore le austere lor leggi, né seppero mai vivere senza re[3]; e forse a cagione di questa loro austerità Omero diede all’Egitto l’epiteto di amaro[4].

[... e le loro leggi civili e religiose.]

§. 8. Costanti gli Egizj nelle loro costumanze, come, nella loro religione, s’assoggettarono sempre rigorosamente alle antichissime pratiche, eziandio sotto gl’imperadori romani[5]; e ciò non solamente nell’Egitto superiore, ma in Alessandria stessa, ove ai tempi d’Adriano insorse un ammutinamento, perchè non trovavasi un bue, con cui rappresentare il dio Api[6]. Fino a que’ tempi pur durarono le inimicizie fra le diverse città pei differenti loro dei[7]. S’ingannarono pertanto que’ moderni scrittori, che appoggiati a qualche mal inteso passo d’Erodoto, e di Diodoro, asserirono essere stato da Cambise interamente eliminato dall’Egitto l’antico culto


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  1. No: la vita solitaria ha avuto probabilmente il suo principio nella Palestina, o almeno là vi erano monaci prima che in Egitto, come ne convengono gli antichi scrittori. Veggansi presso Redinghio Veritas vindex annal. Baronii, cent.1., Bulteau Essai de l’hist. monastiq. d’orient, lib. 1. cap. i. 2., il card. Nicola Antonelli Dissert. de Ascetis, cap. 1. & 2. tra le opere di S. Giacomo Nisibeno pag. 107. segg., Paciaudi de Cultu S. Joantis Bapt. Antiq. Christ. dissert. 3. c. 5. p. 185.
  2. Fleury Istor. ecc’. Tom. VII. lib. LXX. cap. IX. pag. 191. [ Dice di tutto l’Egitto, e ne conta in numero di settantasei mila. Molti non faranno stati Egiziani; sapendosi che colà vi si portavano da tutte le parti, perchè vi fioriva la virtù, e i luoghi erano più opportuni per la vita solitaria, e per sottrarsi alle persecuzioni dei gentili.
  3. Herod. lib. 2. c. 147. pag. 175.
  4. Odyss. lib. 17. v. 448. V. Blackwall’s Enquiry of the life of Homer, pag. 245 [ La ragione, per cui Omero da all’Egitto l’epiteto di amaro, è relativa alli guai, e disgrazie, che vi aveano sofferte i Greci, non al carattere della nazione: e basta leggere quella parte di discorso per esserne persuasi senza bisogno d’interprete.
  5. V. Walton Biblicus appar. ad Polyglott. Proleg. z. §. 18. pag. 226.
  6. Spartian. in Hadr. pag. 6. [Non perchè non si trovasse; ma perchè avendolo trovato contrastavano diverse città dell’Egitto fra di loro a quale toccasse di custodirlo; e probabilmente, come osserva il signor Paw Recher. philos. sur les Egyptiens & les Chin, prém. par. sect. iiI. Tom. I. pag. 171, la città d’Alessandria volea togliere questo privilegio a Memfi, ove sempre si era venerato per lo avanti, e lo fu anche in appresso. Diodoro lib. 1. §. 85. pag. 96. princ., Plutarco de Iside, & Osir. oper. Tom. iI. pag. 359. B., Luciano Deor. conv. §. 10. oper. Tom. iiI. pag. 690., Solino cap. 32., Amm. Marcellino lib. 22. cap. 14.
  7. Plutar. de Isid. & Osir. oper. Tom. il. pag. 380. B., [Giovenale Sat. 15.; e nei secoli dopo ancora, Giulio Firmico Octav. princ.
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