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78 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:184|3|0]]rono[1]. Il terzo, detto stile d’imitazione, fu introdotto probabilmente sotto l’impero di Adriano, a’ cui tempi furono più che mai imitati gli egiziani lavori. Parleremo dei primo stile in questo capo, e degli altri nel seguente.


§. 1. Il

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  1. Il signor Winkelmann forse non ben comincia da Cambise la seconda epoca delle arti presso gli Egizj. Vero è che questo conquistatore tentò d’abolire il culto egiziano, ma ignoriamo s'egli tentasse d’introdurvi de’ cambiamenti nelle arti. Probabilmente nemmeno aveano i Persi medesimi uno stile da sostituire a quel d’Egitto, siccome a suo luogo vedremo. Il cambiamento stesso di religione vi fu di poca durata, poiché Dario, successore di Cambise, per conciliarsi l’amore degli Egizj, permise loro di richiamare l’antico culto, Diod. Sic. Bibl. lib. I. §. 95. pag. 106. lin. 80. Altronde Platone de Leg. lib. 2. oper. Tom. iI. pag. 656. in fine, che andò colà dopo quest’epoca, parla come di cosa singolare dell’inalterabile attaccamento che quella gente avea per gli antichi riti e costumi, cosicchè da una lunga serie di secoli non aveano sofferta nessuna mutazione. La seconda epoca dello stile egiziano dovrebbe pertanto, anziché da Cambise e da’ Persi, cominciare da Alessandro il grande e da’ Greci: e da quella opinione non sembra lontano il medesimo Winkelmann in un altro luogo di questa Storia, e più chiaramente ne’ suoi Monumenti antichi, Vol. I. Tratt. prel. cap. 2. num. 3. pag. XX. V. Paw Recherches ec. pag. 289. [Se vogliamo ricercare un poco più minutamente i varj stili delle Arti del Disegno in Egitto, noi potremo stabilirne piuttosto cinque, anzi che tre: o per meglio dire, potremo stabilirne quattro in queli regno, e uno in Roma d’imitazione.
    Per primo noi metteremo lo stile ordinario, e comune dai secoli più remoti fino al nono anno del regno di Sesostri; cioè fino a tanti anni dopo il 1659. avanti Gesù Cristo, nel quale egli salì al trono secondo la cronologia del P. Tournemine nella dissertazione V. in appendice alli commentarj del P. Menochio sulla Sagra Scrittura, abbracciata dal signor Goguet Della Orig. delle leggi, ec. Tom. iI. part. iI. lib.l. cap. iiI. princ.; ovvero a un secolo dopo, secondo che pensa il P. Fabricy Recherches sur l’epoque de l’equit. ec. prém. part. pag. 175.; o anche di più, giusta l’opinione di altri riportati da Bandini Dell’Obelisco di Ces. August. cap. iI. pag. 4. e segg., che non è qui luogo di esaminare. Si può dire impertanto, che quello sovrano introducesse un nuovo stile, almeno fin che durò il suo regno, che fu di altri 14. anni, Diodoro lib. 1. §. 58. pag. 68. Di lui racconta quello scrittore §. 16. pag. 66. princ. unitamente a Erodoto lib. 2. cap. 108. pag. 152., che ritornato vittorioso in Egitto dalla sua spedizione in Asia, intorno alla quale si può vedere una lettera del signor Larcher nel Journal des Sçavans Mars 1774. p. 448. segg contro le objezioni del sig. Paw Rech. phil. sur les Egypt. & les Chin. prém. part. sect. 1. pag. 31. segg., intraprese dei grandi lavori, e fabbriche, le quali vengono riferite dal lodato Goguet l. c. lib. iI. cap. iiI art. I. A noi basta di rilevare, che in primo luogo fece costruire in ogni città un magnifico tempio a quel nume, che vi era più venerato, e per far vedere alla posterità l’ampiezza del suo potere, e il numero delle nazioni da lui conquistate, innalzò due grandi obelischi, uno de’ quali per testimonianza di Plinio l. 36. c. 9. sect. 14. n. 5. fu fatto trasportare in Roma dall’imperator Augusto, e collocato nel Campo Marzo. Aggiungono i detti scrittori, che a tutte codeste opere non impiegò Sesostri alcun artista egiziano, ma soltanto forastieri, che seco avea condotti schiavi, e molti principalmente fatti in Babilonia: il che egli volle far noto ai secoli avvenire con una iscrizione su di esse. Avranno dunque lavorato questi artisti secondo la loro abilità, e secondo il gusto del loro paese per quanto lo avrà permesso la mitologia degli Egizj, e le forme dei geroglifici, che non potevano in certo modo preterirsi, inventati essendo per rappresentare una determinata cosa. E quindi noi abbiamo la ragione, perchè nel detto obelisco di Campo Marzo i geroglifici tutti, e quelli in ispecie della punta, le teste delle sfingi, e quelle di due figure virili, sieno più finiti, e con più diligenza lavorati, onde avanzino in bellezza, come osserva anche Bandini loc. cit. cap. V. pag. 23., le figure tutte degli altri obelischi, che sono in Roma, giacchè degli altri esistenti in Egitto, in Costantinopoli, in ArlesFonte/commento: Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/26 non possiamo farne il confronto; e tutti generalmente gli antichi lavori di quella nazione. Dopo Sesostri forse ritornati saranno mano mano gli artisti egiziani al loro primo stile, nel quale avranno lavorato sotto quel sovrano facendo opere private, o figure di deità.
    Il terzo stile non potrà certamente attribuirsi a Cambise; perocché questo principe forsennato in vece d’introdurre nuove arti, ed artisti in Egitto, di là ne condusse molti nel suo regno di Persia; spogliò i tempj d’oro, di argento, di avorio, e di altri ornamenti,
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