< Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
82 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:188|3|0]]basalte esistente nella villa Borghese[1], i due leoni che sono all’ingresso del Campidoglio, e i due altri della Fontana Felice[2]: essi son lavorati con molta intelligenza; ne son molli e con graziosa varietà ondeggianti i contorni, e le parti tutte senza interrompimenti ben distinte e svelte. Le grosse apofisi fotto le anche, sì poco riconoscibili nelle figure umane, scorgonsi espresse negli animali colla maggior eleganza, come lo sono ancora le ossa delle cosce ed altre. Notisi che nei leoni della Fontana Felice sono incisi de’ geroglifici, che non hanno gli altri summentovati nè la sfinge, e vi si scorgono altri chiari indizj d’egiziano lavoro. Le sfingi dell’obelisco del sole, che sta in Campo Marzo, sono del medesimo stile, e con grandissim’arte e diligenza ne sono lavorate le teste[3].

§. 5. Da quella differenza di stile, che v’ha tra le figure umane e quelle de’ bruti, conchiuder deggiamo che la religione medesima determinasse le forme, con cui esprimevansi le divinità e le persone sacre, tra le quali, siccome sopra osservammo, annoveravansi pure i re; e che nel rappresentare gli animali avessero gli artisti una libertà maggiore, onde dar prove della loro abilità. Per formarci un’idea del sistema delle antiche arti in Egitto riguardo alla rappresentazione delle umane sembianze, figuriamci che adottata fosse colà la legge di Creta e di Sparta, ove nemmeno d’un punto era lecito dalle antiche usanze scostarsi: solo creder dobbiamo che i bruti non fossero compresi nelle leggi rigorosamente prescritte a quegli artisti[4].


§. 6. Per

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:188|3|0]]

  1. Kircher Œdip. Æg. T. III. synt. XV. cap. 3. pag. 469.
  2. Id. ibid. cap. 2. pag. 463.
  3. Delle due sfingi, che si veggono, la testa di quella, che noi abbiamo rimessa in fronte di questo capo è un poco più bella, e fatta con qualche diligenza di più dell’altra. Il che mi fa credere essere state l’una e l’altra lavorate da artisti diversi secondo la loro abilità. Sul gusto di questa seconda sfinge è lavorata la testa di una figura virile sedente verso la metà dell’obelisco.
  4. Il sig. Paw Recherches ec. T. I. sec. par. sect. IV. pag. 258. non ammette la cagione addotta da Winkelmann della differenza di lavoro tra le figure degli animali e quelle de-
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.