< Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
88 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:194|3|0]]ni con testa di sparviere, e rappresenta Osiride[1], cioè l’Apollo de’ Greci, di cui, secondo Omero[2], è proprio tal uccello, il quale gli fu dato per messaggiere, perchè può fissare lo sguardo nel sole[3]. La seconda sta nella villa Albani: è di simil grandezza con una testa participante del leone, del gatto, e del cane, come vedesi dalla figura (Tav. VIII.). E’ questa la statua d’Anubi[4] nel cui volto mescolavasi qualche somiglianza col leone, a cui colà rendeansi una volta gli onori divini[5]; la terza (Tav. IX.) nella villa medesima è una piccola figura assisa colla testa di cane[6]; la quarta colla stessa effigie è nel palazzo Barberini; la quinta colla testa di


gat-

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:194|3|0]]

  1. Kircher Œdip. Æg. T. iiI. Synt. XVII. cap. IV. pag. 501., Donati Roma vet. ac rec. lib. 1. cap. XXII. pag. 80. segg.
  2. Odyss. lib. 15. v. 525.
  3. Aelian. de Nat. animal. lìb. 10. cap. 14. [Altre ragioni li possono vedere presso Clemente Alessandrino Strom. lib. 5. num. 7. op. Tom. iI. pag. 671., Porfirio De Abst. lib. 4.. pag. 375, Eusebio De Præpar. Evang. lib. 1. cap. 3.
  4. Non è altrimenti Anubi, né Osiride, come lo crede il signor abate Raffei Osserv. sopra alc. ant. monum. ec. pag. 53. Tav. V., ove ne da il disegno alterato per ogni parte. Il corpo della statua è certamente di donna; e per tale si riconoscerebbe molto più facilmente, se nel rifarle braccia, mani, e gambe le avessero data una forma più gentile. La testa non è di gatto, come taluno pretende; essendone ben diversa e nelle orecchie, che ha rotonde a differenza del gatto, che le ha lunghe; e nella punta del muso, che ha più allungata. Potrebbe dirli un’Iside colla testa di leone, quale il Pignorio crede essere quella della Mensa Isiaca Tav. 9. lett. YY., alla quale è quasi in tutto similissima. Io però mi accorderei più volentieri col signor Jablonski Conject. in Claus. Tab. Bemb. §. VII. Miscell. Berolin. Tom. VII. pag. 380. a credere la figura delia Mensa Isiaca un’Iside, e cosi anche la nostra, con testa di cebo, o per meglio dire collo Spanhemio De Usu, & præst. num. diss. 5. num. 2. Tom. I. pag. 243., di quella specie di cebo, che secondo Strabone lib. 17. pag. 1121. A., rassomigliava al leone. Nella stessa Mensa Isiaca vi sono leoni, e gatti, che messi in confronto colla testa dell’Iside si conoscono essere diversi.
  5. Euseb. De Præp. Ev. l. 3. c. 4. p. 94. princ.
  6. Il Banier La Mythologie ec. Tom. iiI. liv. VI. ch. iI. art. IV. in fine avverte, che i mitologi sogliono confondere Anubi col cinocefalo; e il nostro Autore lo confonde qui col cercopiteco. Anubi era figura umana, fuorché la testa, che gli si fingeva di cane. Il cinocefalo, il cercopiteco, e la scimia propriamente detta, erano scimie di diversa specie, che si distinguevano fra di loro, come le distingue Aristotele de Histor. animal. l. 2. cap. 8., e tanti altri antichi scrittori, e tra i moderni il sig. Buffon Histor. nat. Tom. XIV. Nomencl. des singes, pag 10. segg. Il cinocefalo era così chiamato dalla testa, che aveva simile a quella del cane; nel resto aveva la somiglianza d’un uomo deforme, a! riferire di Diodoro lib. 3. §. 35. p. 200., Eliano de Nat. animal. lib. 4. cap. 46. I cercopiteci, o scimie colla coda, erano appunto così detti dalla gran coda, che li caratterizzava, e li distingueva dalle altre scimie, Solino cap. 27. in fine., Prudenzio in Symm. v. 387.:

    ...... grandi simia cauda.

    Marziale lib. 14. ep. 202.:

    Si mihi cauda foret cercopithecus eram.

    Nel resto delle membra, fuorché nella testa, si accostavano al cinocefalo. Da Eliano l. cit. abbiamo, che questa scimia si vestiva colle pelli degli animali, che uccideva, e si mangiava, dopo averle ben pulite dal pelo, come osserva Salmasio Exerc. in Solin. cap. 52. pag. 57. E. Tom. iI. pag. 707. F.; e se ne vestiva anche il cercopiteco, in quella guisa che lo vediamo nella nostra statua, in forma di un mantello, che il lodato Marziale, ivi epigr 128., chiama una specie di penula, e lo paragona al bardocucullo dei Galli:
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.