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presso gli Egizj, i Fenicj, e i Persi. | 89 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:195|3|0]]gatto sta nella villa Borghese[1]; le prime quattro son di granito nero.
§. 12. La parte posteriore del capo della seconda di queste figure è ricoperta d’una specie di cuffia usata ordinariamente presso gli Egizj, che formando molte pieghe riesce tonda per davanti, e dietro scende alla lunghezza di due palmi. S’innalza dietro la testa un disco rotondo il quale, ove per avventura non indichi il sole o la luna, esser deve uno dei così detti nimbi, che i Greci e i Romani hanno dati dappoi alle immagini delle loro divinità e de’ cesari[2]. E’ degno d’osservazione fra le pitture d’Ercolano un Osiride, dipinto su un fondo nero, che ha il volto, le mani, e i piedi di color azzurro[3]; il che probabilmente non è senza mistero, poiché gli Egizj i quali all’effigie d’Osiride davano più d’un colore, usavano l’azzurro per indicare il sole che sta sotto l’emisfero[4]. I due Anubi, l’uno di marmo nero[5], l’altro di marmo bianco[6] esistenti nel Campidoglio, non sono lavori d’antica arte egiziana, ma piuttosto de’ tempi dell’imperador Adriano.
[... e interamente umane] §. 13. Strabone[7] e non già Diodoro citato da Pococke, parla d’un tempio a Tebe in cui non vedeasi nessuna figura umana, ma solo v’erano rappresentati degli animali; la
Tom. I | M | stes- |
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- ↑ Vi sarebbe anche l’Anubi, di cui parla in appresso al citato cap. IV. §. 9., se fosse un vero Anubi.
- ↑ Pitt. d’Ercol. Tom. iI,tav. 10. [L’Autore tanto qui, che nei Monumenti antichi part. I. cap. 7. §. 1. pag. 25. seg. per errore scrive limbo in vece di nimbo.
- ↑ Ibìd. Tom. IV. tav. 69.
- ↑ Macrob. lib. 1. cap. 19.
- ↑ Questo Anubi non c'è stato mai nel Museo Capitolino. Winkelmann ha equivocato colla figura, che chiama pure Anubi, qui appresso capo IV. §. 9.
- ↑ Mus. Capit. Tom. iiI. tav. 85.
- ↑ lib. 17. pag. 1159. A.
- ↑
come appunto si vede in una piccola antica figura di questa nazione alta 11. pollici, larga otto, lavorata in pietra molto dura, presso il P. Martin Explic. de div. mon. singul. plan. VII. pag. 294.; il quale se avesse veduto questi versi di Marziale, e il cercopiteco, non si sarebbe contentato di dire, che l’abito di detta figura era una mantiglia; e avrebbe più facilmente confutato il signor Deslandes, che in una dissertazione inserita nel Mercure de France, Sept. 1736. la credeva il sago. Giovenale Sat. 15. v. 4. parla della statua d’oro d’un cercopiteco veduto da lui in un tempio d’Egitto; e Luciano Toxar. ^. §. 28. op. Tom. iI. pag. 537. di più cinocefali d’argento rubati da un tempio di Anubi; seppure non erano figure di questo dio, impropriamente chiamate cinocefali anche da altri antichi scrittori, come osserva Pignorio Mensa Isiaca pag 64. Della scimia ne parleremo al capo IV. §. 9.
Gallia santonico vestit te bardocucullo,
Cercopithecorum pænula nuper erat;