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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:196|3|0]]stessa osservazione ha fatta Pococke medesimo in altri tempj, sino a’ giorni suoi confervatisi nell’Egitto[1]. Warburton fondato nell’indicata testimonianza di Strabone ha conchiuso che le divinità a testa di animale fossero in Egitto anteriori a quelle che hanno la figura interamente umana. Chechè sia di questa opinione, egli è certo almeno che trovasi oggidì maggior numero di figure egiziane (le quali agl’indizj, onde sono accompagnate, sembran essere divinità) coll'intera forma umana, che colla testa di bruto, come si può dimostrare fra gli altri monumenti colla celebre Tavola Isiaca del real museo di Torino[2]. E’ certo altresì che le statue, in cui l’umana sembianza non è stata deformata, sembran essere non meno antiche delle altre. Né certamente una rimota antichità si può negare alle due grandi statue muliebri del museo Capitolino, le quali, non potendo rappresentare due sacerdotesse d’Iside, poiché al ministero di quella dea niuna donna consacravasi[3], denno essere immagini della dea medesima, sebbene non abbiano sul capo le corna indicanti il crescere e ’l decrescere
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- ↑ Descript. of the East ec. T. I. Book iI. chap. IV. pag. 65., [e della traduzione francese Tom. 7. pag. 262. e segg. Pococke cita veramente Strabone a questo proposito; e Diodoro lo cita per un altro. Osserva che Strabone parla dell’interiore del tempio, in cui neppur egli ha trovato figura umana; ma però ne ha vedute ben molte negli atrj; come in quelli di altri tempj, nell’interno de’ quali erano figure umane colla testa di uccello, o di altro animale. Dell’interiore del tempio si dovrà intendere anche Origene 'Contra Celsum l. VI. num. 80. op. Tom. I. pag. 693. C., Clemente Alessandrino Pædag. lib. 2. cap. 2. princ., ed altri antichi scrittori ivi citati nella nota, dicendo, che nei tempi degli Egizj non si vedeano che figure di animali.
- ↑ E colla Raccolta del signor conte di Caylus; ove per altro molte se ne veggono a testa di bruto.
- ↑ Herod. lib. 2. cap. 35. pag. 120 [Per ciò, che riguarda le Arti del Difegno, noi possiamo assicurare con franchezza, che vi erano donne consacrate alle divinità egiziane: e per salvare l’autorità troppo chiara di Erodoto, diremo, che vi si consacravano in qualità di ministre, o iniziate; come al presente si crede da molti eruditi: non parendomi probabile, stante la tenacità, e costanza degli Egizj nel loro modo di pensare, e nelle usanze religiose, che vi si siano intruse ne’ tempi dopo Erodoto, come pretende il signor Paw Rech. phil. sur les Egypt. ec. par.I. sect. I. pag. 44. Persio Sat. 5. v. 166. chiama sacerdotosse le iniziate al culto isiaco:
e di esse pare che vada inteso Giovenale Sat. 6. v. 488.:
cum sistro lusca sacerdos;
secondo che spiega Van-Dale De antiq. ec. dissert. I. cap. VIII. pag. 85. E apertamente Apulejo citato nella pag. 86. not. *. ci attefta, che v’erano quelle donne dedicate alla dea Iside, le quali andavano in processione vestite di abito sacro, portando simboli delle divinità; quali appunto sono la prima, e l’ultima figura della celebre Pompa Isiaca nel cortile del palazzo Mattei, che cita il nostro Autore qui appresso cap. iiI. § 13., e viene riportata dal P. Bacchiai nel suo trattato De...isiaca sacraria lana,