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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:202|3|0]]e in altri monumenti egiziani, sono tutte ignude fino al ventre, ove un grembiule[1] formato a sottilissime pieghe loro copre le cosce[2].
$. 17. Se queste figure rappresentano qualche divinità, dobbiam credere che presso gli Egizj, come poscia presso i Greci, usanza fosse d’effigiare ignudi i numi; o forse era questa un’imitazione dell’antica maniera di vestirsi presso gli Egizj: maniera che durò ancora lungo tempo dopo presso gli Arabi, i quali non altro vestimento aveano che un grembiule intorno ai lombi, e le scarpe ai piedi[3]. Che se vogliamo in quelle egiziane figure ravvisare de’ sacerdoti[4], possiamo immaginarceli somiglievoli ai sacrificatori romani, i quali erano ignudi sino alli reni, ove cingevansi d’un grembiule, chiamato limus[5], e in tal foggia vestiti immolavano le vittime, come rilevasi da molti antichi bassi-rilievi. E siccome i re d’Egitto, quando finiva una stirpe o dinastia, erano scelti dal
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- ↑ Anche due femminili si veggono con esso nella Mensa Isiaca lett. Q.; e non sacerdotesse, giusta il pensare di Winkelmann p. 90.
- ↑ Hanno per lo più anche una specie di gran collare, che loro scende sul petto; presso a poco simile a quello, che abbiamo dato alla pag. 76.; ma però senza quelle figure. Nella Mensa Isiaca vi sono nello stesso modo; altre hanno una specie di stola, ed altre sono tutte vestite.
- ↑ Strab. Geogr. lib. 16. pag. 1130. D. V. Vales. ad Amm. lib. 14. cap. 4. pag. 14.
- ↑ Nel citato vaso di metallo presso il P. Martin Explic. de div. monum. sing. Relig. des Egypt. §. I. Tab. 5. pag. 144. nella terza fascia si vede un Anubi così cinto. Dall’altra parte vi è una figura, che il detto scrittore vuole il sommo sacerdote, §. VII. pag. 167.; e in mezzo si vede un altro, che egli crede un iniziato ai misteri d’Iside, §. IX. p. 175., ed ha una veste, che lo copre dalla cintura fino a mezza gamba. Due altre figure con quelle vesti, una più lunga, e l’altra più corta, si veggono sulla punta dell’obelisco Barberini presso Kirchero Œdip. Ægypt. T. iiI. synt. V. pag. 271., e Warburton Essai sur les hierogl. Tom. iI. in fine.
- ↑ Servio ad Æneid. Lib.i 2. v. 120. Scendeva sino ai piedi.
- ↑ ci, si sarà coltivato anche in qualche parte di questo regno, principalmente nella orientale, come vorranno dire Plinio loc. cit., e Polluce Onomast. lib. 7. cap. 15.; e i sacerdoti avranno allora cominciato in qualche modo a farne uso per la sua bianchezza, e morbidezza; giacchè la lana solamente aborrivano, come proveniente da animale, Erodoto lib. 2. c. 81. pag. 141. Alla pag. 59. ho inferita la figura, che vi si vede, ricavata da una breccia gialla di due terzi di palmo, acquistata dal signor abate Visconti per il Museo Pio-Clementino. Io vi credo rappresentato un sacerdote egiziano; parendomi, che gli possa convenire la descrizione, che fa Porfirio De Abstin. l. 4. pag. 360., 362. e 364. del loro portamento serio, e composto; del loro abito stretto, e scarso; aggiugnendo, che tenevano sempre le mani dentro l’abito in una, o in altra positura diversa, colla quale fra di loro significavano diverse cose: Continebant autem semper manus intra habitum, quarum compositio unicuique nota erat significativa eorum, quæ in administratione rerum sacrarum acceperant. Plures enim erant manuum compositiones. Nel volto esattamente disegnato gli si vede il carattere egiziano. Al mento ha un residuo della fronda di persea, e dietro all’appoggio ha i geroglifici.