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132 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:242|3|0]]conduce a trovare l’origine del porfido, che dev’essersi formato alla maniera stessa del granito. Il signor Desmarets abile naturalista ed ispettore delle manifatture in Francia, in alcune montagne di quel regno, nominatamente in un monte non lungi da Aix nella Provenza, ha scoperto del porfido rosso che a piccoli pezzi stava rinchiuso nel granito come nella sua matrice: trovansi pure in molti pezzi di lava del Vesuvio alcuni frammenti di porfido finissimo d’un color verdecupo; e abbiamo dal celebre Wallerio, che v’è del porfido rosso ne’ monti della Delacarlia in Isvezia[1].

§. 13. Ove per tanto concedasi che il granito si formi come la lava, ne segue che trovandosi il porfido entro il granito ed entro la lava, alla stessa maniera siasi esso pure formato, e che per conseguenza, ove si ha un bel granito, colà pure il porfido cercar si debba e trovare. E siccome veggiamo sovente nel porfido rosso macchie e degradazioni verdognole, cosi possiamo credere che il porfido d’amendue i colori formisi in un medesimo luogo e nella maniera medesima.

§. 14. Or ritorniamo al dubbio che può nascere, se il porfido sia propriamente una pietra d’Egitto; dubbio che non è senza fondamento. Nei dodici anni che io ho passati in Roma non vidi mai altro che una piccola figura di porfido rosso segnata con geroglifici fra le mani d’uno scarpellino. S’accrebbe ancora quello mio dubbio per una notizia comunicatami da milord Wortley-Montaigu, il quale asserisce che nell’Egitto inferiore (giacché nel superiore non avea potuto penetrare a cagione delle ostilità degli Arabi) rarissimi si ritrovano i pezzi di porfido, e pochissimi pur ne vide sparsi qua e là nelle molte ruine di città distrutte, che furono da lui visitate[2]. Scrive in oltre che nel suo viaggio dal Cairo


sino

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:242|3|0]]

  1. Mineralog. Tom. I. §. 50. pag. 191.
  2. L'autore dei Nouveau Voyage de Grece, ec. let. 9 pag. 23. dice di averne vedute a Rosetta delle colonne, e altri pezzi.
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