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136 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:246|3|0]]nazione di tali colori sembrar dee maravigliosa agli occhi degl’intelligenti che attentamente considerino questo lavoro della natura. Il mentovato torso rappresenta un re prigioniere (Tav. XV.) sedente, vestito all’uso barbaro, a cui si fono ora rifatte le mani e ’1 capo, che probabilmente in origine erano di marmo bianco. Sta questa statua nella villa Albani in una piccola fabbrica particolare, ornata con altri lavori della pietra medesima, di cui pur sono le due colonne poste ai fianchi della statua, e la gran tazza rotonda che ha ben dieci palmi romani di diametro collocatavi nel mezzo[1]. Nella Cattedrale di Capoa v’è un antico recipiente di questo sasso fatto pe’ bagni, che ora serve di fonte battesimale.

[... marmo...] §. 18. Che in Egitto, oltre il granito e ’l porfido, si lavorassero varie altre specie di marmi, lo dimostrano le opere che ancor rimangono di marmo bianco, nero, e giallo[2], delle quali fanno menzione i viaggiatori di quelle contrade. I lunghi e angusti corridori della piramide più grande

intonacati sono d’un marmo bianco[3], che però non è pario, siccome fu dato a credere a Plinio[4]. Evvi nel Collegio romano una tavola di marmo in basso-rilievo[5] lavorata nel più antico stile egiziano. Se della stessa epoca sia un piccolo busto virile con barba, esistente nel museo d’Ercolano, diligentemente lavorato in bellissimo marmo bianco, detto palombino[6], alto a un di presso un mezzo pal-


mo

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  1. È stata poi collocata nel semicircolo incontro al catino.
  2. Di breccia gialla è la figura del Museo Pio-Clementino, di cui abbiamo parlato pag. 96. col. 1. Vi è in pietra rossa d’Egitto un’altra figurina in piedi della grandezza d’un palmo incirca, la quale probabilmente rappresenta un Bacco egiziano, simile a un di presso alle figure, che ne porta il conte di Caylus Rec. d’Antiq. Tom. iiI. Ant. Egypt. pl. IV. n. I. e IV., Tom. VI. pl, IX. n. iiI.; e dalla particolare eleganza, con cui è lavorata, si può credere, che sia piuttosto lavoro del tempo de’ Greci.
  3. Norden Voy. d’Egypt. par. I. p. 79.
  4. lib. 36. cap. 13. sect. 19. §. 2. [ Plinio parla non delle piramidi, ma del laberinto, come ne parla anche Erodoto lib. 2. cap. 48. pag. 176. in fine.
  5. Monum. ant. ined. num. 76.
  6. Questo marmo non è né bello, né stimato.
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