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138 | D e l l e A r t i d e l D i s e g n o. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:248|3|0]]questa pietra ve n’ha parecchi di varia grandezza nella villa Albani, e uno d’essi è ampio poco men d’un’anfora[1]; ampiezza di cui a’ tempi di Cornelio Nepote non s’era veduta la maggiore[2]. Un lungo e bellissimo vaso di questa specie appartiene al signor principe Altieri, e fu disotterrato nella di lui villa presso Albano. Il più gran vaso d’alabastro della figura d’una pera, non d’onice-alabastro, ma d’alabastro bianco della prima specie, vedefi nella villa Borghese, e servì già per contener delle ceneri, siccome appare dalla seguente iscrizione:
P. CLAVDIVS. P. F
AP. N. AP. PRON
PVLCHER. Q. QVAESTOR
PR. AVGVR
Tale iscrizione non è stata mai pubblicata, o almeno non si trova nella collezione Gruteriana. Colui, le cui ceneri conteneansi in questo bel vaso, fu probabilmente il figlio del celebre P. Clodio o Claudio, come si ricava dalla genealogia della famiglia Claudia.
[...e plasma di smeraldo.]
§. 20. Di plasma di smeraldo non esiste, che io sappia, altro che una piccola figura nella villa Albani, alta circa un palmo e mezzo, il cui zoccolo come pur la colonna, a cui s’appoggia, sono segnati a geroglifici. Questa rara specie di sasso credesi generalmente essere la matrice dello smeraldo, e come a dire un utero, in cui esso suole trovarsi[3].
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- ↑ Voleva forse dire, che ha la figura anforale; poiché essendo meno grande di due palmi, e ben lontano dall’aver la grandezza dell’anfora, che era una delle più grandi misure dei Romani antichi, come può vedersi dagli Autori, che cita il Pitisco Lexicon Antiq. Rom. V. Amphora.
- ↑ Plinio lib. 37. cap. 2. sect. 10. chiama vas amphorale un vaso di quest’alabastro a cagione della sua grandezza. [In questo luogo parla di un vaso di cristallo. Dei vasi anforali di alabastro, ammirati da Cornelio Nepote, ne parla lib. 36. cap. 7. sect. 12. Il più gran vaso d’alabastro orientale, di quelli, de' quali egli scrive lib. 36. cap. 8. sect. 12.: probantur quammaxime mellei coloris, in vertices maculosi, atque non translucidi: è il gran vaso di figura anforale dell’altezza di circa sei palmi colla base, trovato alcuni anni sono sotto una casa a S. Carlo al corso, ove era il Busto o Ustrino de’ Cefari nel Mausoleo d’Augusto; e di la trasportato nel Museo Pio-Clementino,
- ↑ I moderni naturalisti hanno riconosciu-