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presso gli Egizj, i Fenicj, e i Persi. | 141 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:251|3|0]] [Osservazioni sulle monete loro] §. 22. Qualche lume maggiore intorno all’arte degli Egizj dato avrebbonsi le antiche loro monete o medaglie, se alcuna mai se ne fosse scoperta; ma tutte quelle, che abbiamo appartenenti all’Egitto, sono posteriori ad Alessandro; e dubitar quindi potrebbesi se avessero essi avute mai monete coniate, se non che ne troviamo degl’indizj presso gli scrittori, principalmente riguardo all’obolo, che solea metterli in bocca a’ morti, per ricercare il quale è stata poscia guastata la bocca a parecchie mummie, e principalmente alle dipinte[1]. Così avvenne a quella di Bologna; e le fu fatto tal danno alla presenza del signor card. Albani dal missionario medesimo che gliela offriva in dono, il quale, dopo d’avergliela presentata e lasciatagliela alcun poco considerare, le squarciò brutalmente la bocca, prima che i circostanti trattener lo potessero, senza però trovarvi ciò che cercava. Pococke[2] parla di tre monete, ma non ne indica l’epoca: dal loro impronto peraltro sembra che non sieno state coniate prima della conquista de’ Persi[3].
§. 23. Nel |
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- ↑ Maillet Descripiion de l’Egypte, let. 9. pag. 39. scrive, che in Egitto, principalmente dopo che ha piovuto, si trovano fra la sabbia di molte monete, ma poco buone. Saranno forse dei tempi dei Greci. Il signor conte di Caylus nella sua dissertazione sull'imbalsamare degli Egiziani Acad. des Inscript. Tom. XXIII. H. p. 138. pretende, che non si sia mai trovata sotto alla lingua di mummia alcuna moneta, né che lo affermi alcun testimonio di vista. Ma tra questi io leggo Breves nell’Hist. univ. Tom. I. liv. I. chap. iiI. p. 393. in nota, che attesta di avervene vedute d’oro, e del valore di circa due piastre; e Tito Livio Burattino in una lettera presso Kirchero Œdip. Ægyp. Tom. iiI. synt, XIII. cap. IV. p. 400., le dice del valore di circa due, o tre ungheri al più. Avverte che sono in forma di una piccola lametta d’oro: e questa lametta in forma di una foglia, presso a poco d’erice, l’ha poi trovata lo stesso signor conte di Caylus sotto le fasce d’una mummia, e ne dà il disegno colla descrizione Recueil d’Antiq. Tom. iI. Antiq. Egypt. pl. IV. n. iI.
- ↑ Description ec. Tom. I. book. iI. p. 92.
- ↑ Nella prima edizione l’Autore descrive in questo luogo una moneta egiziana, che apparteneva al signor Casanova pensionario di Sua Maestà Polacca in Roma, senza darne la figura, che riserbavasi a pubblicare e spiegare altrove. L’Editore viennese ne riporta la figura (qual vedesi alla fine di questo Capo) comunicatagli dal signor professore Lippert di Dresda, e così la descrive nell’Indice delle figure. "Da un lato in un campo quadrangolare incavato v’è un’aquila volante. Nel rovescio v’è un bue con alcuni dei soliti geroglifici egiziani: sopra di esso una palla con due lunghe ale, e con serpenti: presso ai suoi piè dinanzi il Tau egiziano, poco differente da questa figura al di sotto il fulmine con un geroglifico. Ciò però, che più merita l’attenzione de’ curiosi, è un A greco della più antica forma posto sulla coscia dell’animale. Winkelmann crede che questa moneta sia ancora inedita; ma si trova che Pelerin ne ha pubblicata una affatto simile, se non che sulla coscia del bue manca la ."