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146 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:256|3|0]][... il loro sapere... ] §. 3. Era quel popolo, al dir di Mela[1], amante della fatica, e sì in guerra che in pace segnalossi, rendendosi celebre nelle lettere e nelle scienze non meno che nelle armi. Quelle fiorivano già presso di loro, quando rozzi ancora e barbari erano i Greci: Mosco di Sidone[2] insegnato aveva il sistema degli atomi avanti la guerra di Troja; e l’astronomia e l’aritmetica[3] furon dai Fenicj portate al più alto grado di perfezione, se pur non ne furon essi gl’inventori. Soprattutto però si distinsero pei loro ritrovati nelle arti[4], onde Omero[5] appella grandi artisti i Sidonj. Salomone chiamò fenicj artisti per edificare il tempio e ’l real palagio. Presso i Romani medesimi i migliori intagli in legno erano lavoro di punico scarpello; e quindi è che presso gli antichi scrittori trovasi sovente fatta menzione di punici letti, finestre, torchi, ed altri utensili[6].

[... il lusso... ]

§. 4. La ricchezza presso loro nutriva le arti; e ognuno sa quanto declamassero i Profeti contro il lusso di Tiro. Narra Strabone[7] che anche a’ giorni suoi v’erano colà case più alte che a Roma, e dice Appiano[8] che nella Birsa, cioè nell’interno della città di Cartagine, erano ben anche di sei piani. Statue indorate vedeansi ne’tempj loro, e tal era un Apollo in Cartagine[9]; anzi troviamo pur fatta menzione di colonne d’oro, e di statue di smeraldo[10]. Livio rammenta uno scudo d’argento che pesava cento trenta libre,


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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:256|3|0]]


  1. lib. 1 cap. 12.
  2. Strab. Geogr. lib. 16. pag. 1098. C.
  3. Strab. l. 17. p. 1136. B., Goguet Dell'Origine delle leggi, ec. Tom. I. par. I. l. iI. capo iI. art. I. pag. 168.
  4. Bochart Phal. & Can. lib. 4 cap. 35 [ Goguet loc. cit. Iib. IV. cav. iI. art. 1. p. 236. Sidone era celebre per la fabbrica delle tele di lino, delle tapezzerie, e veli preziosi, per l’arte di lavorare i metalli, per la maniera di tagliare il legno, e di metterlo in opera, per l’invenzione del vetro. Tiro si rese famosa per l’arte di tingere i panni, e particolarmente per l’invenzione della porpora, per il segreto di lavorare l’avorio ec.
  5. Iliad. lib. 23. v 743
  6. Scalig. in Varr. de Re rust. lib. 3. cap.7. § 3. Tom. I. pag. 340.
  7. lib. 16. pag. 1098. princ.
  8. De Bell. punic. pag. 79. [Dice soltanto che v’erano case alte.
  9. Ibid. pag. 79. D.
  10. Il sig. Dutens Des Pierres précieuses &c. ch. VII. sospetta che gli antichi non conoscessero il vero smeraldo, e che dessero il tal nome allo spato fusibile, al fluore, al plasma
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