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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:258|3|0]]avessero ciò appreso. Poterono però gli artisti cartaginesi in seguito molto imparare e perfezionarsi su i lavori de’ Greci depredati a’ Siciliani, ai quali furono poscia restituiti per comando di Scipione dopo la presa di Cartagine[1].

[Monumenti rimastici.] §. 7- De’ fenicj lavori nulla ci è pervenuto, fuorché alcune monete cartaginesi coniate in Ispagna, in Malta, e in Sicilia[2]. Fra le prime se ne veggono dieci della città di Valenza nel palazzo gran-ducale di Firenze[3], le quali paragonar si possono colle più belle monete della Magna-Grecia[4]. Sì perfette sono le coniate in Sicilia, che, se non avessero lettere puniche, dalle più belle medaglie greche non distinguerebbonsi; e monsignor Lucchesi vescovo di Girgenti ne possiede alcune d’oro che sono rarissime. In alcune d’argento v’è da un lato il capo di Proserpina, e dall’altro la testa d’un cavallo ed una palma[5]: su altre vedesi un cavallo intero[6] presso alla stessa pianta. Pausania fa menzione di certo Boeto artista cartaginese[7], che avea lavorate delle figure in avorio nel tempio di Giunone in Elide. Fra le gemme non mi son note che due teste col nome della persona in carattere fenicio, delle quali ho parlato nella descrizione del gabinetto di Stosch[8].

[Panneggiamenti.]

§. 8. Circa il vestito particolare delle loro figure tanto poco rileviamo dalle monete quanto dagli scrittori, dai quali soltanto ricavasi che i vestiti fenicj aveano lunghe maniche[9]; e tali portavanle in Roma gli attori che nella commedia rappresentavano personaggi africani[10]. Si vuole[11], che i Car-


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  1. Appian. De Bell. pun. pag. 82.
  2. Il sig. abate Passeri Pict. Etrusc. T. I. Vind. Etr. pag. XXI. scrive, che nella Sicilia si veggono vasi con caratteri fenicj, ma senza pitture.
  3. Noris Lett. num. 68. pag. 213. B. [Le crede di artista greco.
  4. Leggo nel Giornale letterario dai confini d’Italia n. 38. p. 299. 1782., che l'Accademia di Cortona abbia ultimamente acquistate diverse di quelle monete Cartaginesi in bronzo, e due in argento.
  5. Golz. Magna Græcia, Tab. 12. n. 5. 6.
  6. Di quella seconda specie di medaglie fenicie ne sono alcune ne’ musei gran-ducale dì Firenze, e reale di Napoli. In Golzio non ve n’è nessuna.
  7. lib. 5. cap. 17. pag. 419.
  8. ch. 4. sect. 1. n. 42. e 43. pag. 415.
  9. Ennius ap. Gell. Noct. Actic. l. 7. c. 12.
  10. Scalig. Poet. lib. 1. cap. 13.
  11. Salmas. ad Tertull. de Pallio, p. 56.
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