Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
presso gli Egizj, i Fenicj, e i Persi. | 151 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:261|3|0]]menti loro in marmo, sulle gemme, e in bronzo. V’ha de’ marmi lavorati a figure in basso-rilievo nelle ruine della città di Persepoli. Le loro gemme sono calamite o calcidonie di forma cilindrica traforate pel loro asse. Alcune ne ho vedute in varie collezioni, e due ne sono nel museo del sig. conte di Caylus da lui pubblicate[1]. Su una sono incise cinque figure, e due sull’altra, coll’iscrizione di antico carattere persiano in forma colonnare, cioè colle lettere collocate perpendicolarmente una sotto l’altra. Tre simili gemme sono nel museo del duca Caraffa Noya, che erano dianzi nello Stoschiano, e delle quali una ha pure l'iscrizione antica in forma colonnare. Le lettere di quella gemma, come dell’altra testè mentovata, fono affatto simili a quelle che veggonsi nelle ruine di Persepoli. Nella descrizione del museo di Stosch[2] ho parlato d’altre gemme persiane, e di quelle pure che pubblicate furono dal Bianchini[3]. Alcuni scrittori non conoscendo lo stile dell’arte persiana hanno prese per greche certe gemme di quella nazione che non aveano epigrafe[4]; de Wilde[5] ha creduto di vedere in una di esse la favola d’Aristea, e in un’altra un re della Tracia.
§. 12. Tranne alcune monete, non mi è noto altro monumento di persiano lavoro in bronzo, fuorché un ponzone quadrilungo che ha un pollice di lunghezza, esistente presso il sig. Hamilton. Rappresenta una figura coll’elmo in capo, che le ricopre anche il viso, e immerge la spada nel corpo d’un leone che a lei fu due piedi s’avventa: tale rappresentazione è comune sulle gemme, summentovate. Potreb-
be |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:261|3|0]]
- ↑ Rec. d'Ant. Tom. iiI. pl. 12.
- ↑ cl. 1. sect. 4. n. 127. pag. 29.
- ↑ Ist. Univ. cap. XXXI. pag. 537.
- ↑ Se da una parte vi sono ragioni di conghietturare che i Persi avessero un’arte e uno stile loro proprio, vi sono pur altronde argomenti per credere che tutte le loro figure rimateci siano lavoro di greco scarpello. Lo stile ne’ monumenti, che diconsi persiani, s’assomiglia moltissimo al greco; onde per greci lavori sono stari riconosciuti da non pochi eziandio valenti antiquarj. Non trovasi mai presso gli antichi scrittori fatta menzione dell'arte persiana, o d’artisti di quella nazione: ed è altronde probabile che, dopo la conquista della Persia fatta da Alessandro, i greci artisti colà si portassero ad esercitarvi i loro talenti. [Vedi appresso al §. 20.
- ↑ Gem. Ant. num. 66. e 67.