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158 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:268|3|0]]dato un re, e un possente impero ebbero stabilito, le arti stesse presero presso di loro una nuova forma. Quello però si dovè ai Greci, i quali anche prima de’ tempi d’Alessandro abitavano intere contrade della Cappadocia, e ne’ tempi ancor più rimoti eransi stabiliti nella Colchide[1], ove li chiamarono Achei Sciti. Da queste provincie fu facile ad essi il penetrare e so stendersi nella Partia, introducendovi ad un tempo stesso il linguaggio e le costumanze loro. Diffatti alla corte dei re parti rappresentavansi greci spettacoli; e Artabaze re d’Armenia suocero di Pacora figlio d’Orode scrisse tragedie, storie, e discorsi in greco idioma[2]. L’accoglienza predata da que’ principi ai Greci, e la stima da essi fatta della greca favella passò pure agli artisti di quella nazione; ond’è assai probabile che le monete partiche con greca iscrizione siano state bensì coniate da greci artisti, ma da quelli che educati furono ed istruiti nella Partia; poiché nell’impronto vi si scorge sempre un non so che di strano e di barbaro[3].

[Osservazioni generali sulle arti relativamente agli Egizj, ai Fenicj, e ai Persi.]

§. 22. Paragonando insieme le arti dei popoli, de’ quali abbiamo trattato il questo libro, potremo fare alcune generali osservazioni. Nel governo monarchico si dell'Egitto che della Fenicia e della Persia, ove un re dispotico non divideva con altri i sommi onori, niun servigio e niun merito de’ cittadini era ricompensato coll’erezione d’una statua[4], siccome è avvenuto ne’ paesi liberi, e nelle antiche come nelle più recenti repubbliche; né trovasi mai fatta


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  1. App. Mitrid. pag. 175.
  2. Idem Parth. pug. 155. princ.
  3. Intorno a queste monete, e loro epoca, non tanto per le Arti del Disegno, quanto per la storia dei re della Partia, si vegga Freret Academ. des Inscript. T. XIX. Mém. p. 110. segg., il P. Corsini De Minnisari nummo, ec., il Padre Froelich Dubia de Minnisari numm., e lo stesso Corfini nella risposta a questa critica, Dissert. in qua dubia adv. Minnis. numm, ec., e per ultimo il signor Barthelemy nelle citate Memorie Tom. XXXII. pag. 671. segg.
  4. Fra gli Egiziani se ne dovrà eccettuare Dedalo, il quale tanta stima si acquistò nella statuaria, che gli fu ordinato con pubblico decreto di farsi una grande statua in legno, la quale fu collocata nel tempio di Vulcano da lui fabbricato. Diodoro libro 1. verso il fine, §. 97. pag. 109. Vedi sopra pag. 12. not. a.
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