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164 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:274|3|0]]la prima colonia de’ Greci in Etruria sarà probabilmente stata rinforzata da altre susseguenti, oltre quelle de’ Lidj e de’ popoli dell’Asia minore, che dopo la guerra di Troja ivi pure si trasportarono.

§. 2. La seconda emigrazione de’ Greci avvenne a un di presso tre secoli dopo Omero, e altrettanti prima di Erodoto, secondo la cronologia lasciataci da questo storico; cioè ai tempi di Talete e di Licurgo legislatore di Sparta[1]. Rinforzati da quelle nuove colonie gli Etruschi per tutta l’Italia s’estesero fino al promontorio, a cui termina il paese chiamato poi Magna Grecia, come dimostranlo, oltre il testimonio degli scrittori, le monete di que’ tempi. Di queste ne rammenterò una fralle altre, esistente nel museo del duca Carraffa Noya, che da un lato ha la figura d’un bue in rilievo col nome della città di Buffenzio , e dall’altro la figura dei medesimo animale profondamente incavata col nome della città di Sirino presso il golfo d’Eraclea: . Gli Etruschi, possedendo sì vaste contrade, estesero il loro commercio fino a fare alleanza co’ Fenicj, come già s’è detto.

[... come rilevasi dagli etruschi monumenti.]

§. 3. Che da quelle nuove colonie sieno state portate nell’Etruria le lettere de’ Greci, la mitologia loro, la cognizione della loro storia fino alla presa di Troja agli Etruschi affatto ignota, e che per le medesime cominciassero a fiorire le arti in quelle contrade, si deduce, a parer mio, evidentemente dalle opere etrusche, le quali, ove non pur tutte, almeno per la maggior parte, la mitologia de’ Greci rappresentano e i più antichi avvenimenti della loro storia. In fatti se i popoli originarj dell’Etruria avessero conosciuta l’arte di scrivere e conservare così la propria storia, su i loro antichi monumenti non avrebbon eglino rappresentati, anziché gli avvenimenti de’ Greci, i fatti del proprio paese? Ma di questi, per la man-


canza

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  1. Bianchini Istor. univ. cap. 32. §. 27. pag. 538.
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