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168 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:278|3|0]]arti. La tranquillità per tanto che regnava in Etruria, mantenutavi dall’unione e dalla possanza di tutta la nazione che sull’Italia intera dominava, fu la cagion principale per cui le arti germogliarono presso gli Etruschi.

[...e i Greci...] §. 9. La Grecia all’opposto, tranne l’Arcadia sola[1], al tempo della feconda emigrazione de’ Pelasghi trovavasi in uno stato ben deplorabile[2] e in turbolenze continue, che mettevano sossopra l’antico governo, e l’intero stato agitavano. Cominciarono quelle nel Peloponneso, i cui popoli principali erano gli Achei e gli Joni. Gli Eraclidi per riacquistare quel paese v’andarono con un poderoso esercito composto per la maggior parte di Dorj abitatori della Tessaglia, e ne discacciarono gli Achei, una parte de’ quali scacciò nella stessa guisa gli Jonj. Gli altri Achei di Lacedemone discendenti da Eolo ritiraronsi prima in Tracia, passarono quindi nell’Asia minore, ove quel paese occuparono che fu poscia da loro chiamato Eolia, e vi edificarono Smirne con altre città. Gli Jonj ricoveraronsi in parte nell’Attica, e gli altri, sotto la condotta di Nileo figlio di Codro ultimo re d’Atene, passarono pure nell’Asia minore, chiamando Jonia la nuova lor sede. I Dorj impadronitisi del Peloponneso né scienze né arti coltivarono, occupandosi solo dell’agricoltura: αὐτουργοί τε γάρ εἰσι Πελοποννήσιοι[3]. Le altre parti della Grecia erano desolate ed incolte; e le coste marittime, poiché trascuravasi il commercio e la navigazione, erano continuatamente infestate da pirati, e costretti perciò erano gli abitanti ad allontanarsi dal mare e dalle più belle contrade. Non godea miglior destino il paese interiore: gli abitatori scacciavansi gli uni gli altri dalle rispettive possessioni; onde dovendo stare sempre armati[4] non aveano mai la tranquillità ne-


cessa-

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  1. Paus. lib. 2. cap. 13. pag.140. princ.
  2. Tucid. lib. 1. c. 5. pag. 5. lin. 21.
  3. Idem lib. 1. cap. 141. pag. 93. l. 77.
  4. Idem lib. 1. cap. 2. pag. 2.
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