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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:280|3|0]]to dell’indole melanconica degli Etruschi si trae dalla divinazione, che in occidente fu dapprima immaginata da questo popolo, onde madre e nudrice della superstizione fu detta l'Etruria[1]. Diffatti i libri loro sull’arte divinatoria colmavano di terrore e di spavento chi li consultava[2]: tanto orribili figure e parole conteneano. Que’ sacerdoti etruschi, che nell’anno di Roma 399. andarono alla testa de’ Tarquinj ad assalire i Romani, portando faci accese e agitando serpenti, possono darci un’idea dei ministri del loro culto[3]. Un’altra prova ne abbiamo nei sanguinosi combattimenti che faceano presso i sepolcri e negli spettacoli, usati prima dagli Etruschi[4], e quindi introdotti presso i Romani, ma abborriti sempre da’ Greci[5], come si dimostrerà nel libro seguente[6]. Anche ne’ tempi a noi più vicini furono i Toscani i primi che immaginarono le flagellazioni[7]. Quindi è che sulle urne etrusche veggonsi generalmente rappresentati sanguinosi conflitti[8], laddove su quelle de’ Romani, che saranno state lavoro per maggior parte di greci artefici, veggonsi il più delle volte immagini piacevoli; e sovente rappresentano favole relative all’umana vita, o giocondi emble-


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  1. Arnob. Adv. gent. lib. 7. pag. 232.
  2. Cic. de Divin. lib. 1. cap. 12.
  3. Liv. lib. 7. cap. 11. n. 17.
  4. Dempst. Etrur. reg. Tom. I. l. 3. c. 42.
  5. Plat. Polit. oper. Tom. iI. p. 315. B. C. [Scrive, che v’era una legge presso di loro che ordinava sacrifizj di vittime umane, e che una volta di fatti erano in uso ne' funerali; ma non più a’ suoi giorni; riputandosi allora un’empietà, e cosa profana.
  6. In contrapposto di tutto questo si può mettere il grande trasporto, che avevano gli Etruschi per la musica, l’aver quindi inventati tanti strumenti, l’aver avuto ogni città il suo teatro, in cui non solo spettacoli di gladiatori, e tragedie, ma comedie eziandio, con ballerini, e istrioni si rappresentavano. Vegg. Borghini Discorsi, T. I. p. 183., Guazzesi Dissert. sopra gli Anfit. de’ Toscani, ec., Bocchi Disser. sopra un Teatro creduto etrusco, ec. Passeri De Musica Vet. Etrusc. nell’opera Pictura Etrusc. Tom. il. pag. LXXIII. segg. Il clima della Toscana ai nostri giorni non porta malinconia; e di questo difetto non peccano certamente quei che vi stanno.
  7. Minuc. Nota al Malmantile cavata dal Sigonio, pag. 497.
  8. Nel basso-rilievo, di cui si vede la figura nella Tav. XVII., e che fa parte d’un’urna etrusca esistente nella villa Albani, scorgesi un nuovo argomento di quanto scrive l’Autore; ma conviene altresì confessare che talora esprimevano in esse delle immagini dilettevoli, come giuochi, danze, nozze, con ed altri simili oggetti, siccome potrà ognuno agevolmente accertarsene coll’osservare presso il Gori i disegni delle molte urne etrusche da lui pubblicati. [In una presso Montfaucon Antiquit. expl. Suppl. Tom. V. pl. LVII. n. 2. si vede un sacrificio. Deve anche osservarsi, che le rappresentazioni, che si vedono su i vasi etruschi presso il Passeri, ed altri, sono giojali.
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