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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:287|3|0]]menti antichi[1]. Così armato il capo, al riferir di Pococke, ha una figura che vedesi a Tebe in Egitto[2].

[Dee.]

§. 6. Fra le dee è principalmente rimarchevole una Giunone sulla mentovata ara triangolare della villa Borghese[3], che tien con ambe le mani una gran tanaglia[4], e in simil guisa fu pur rappresentata dai Greci[5]. Era questa una Giunone marziale, e la tanaglia faceva probabilmente allusione ad una particolare disposizione dell’esercito che chiamavasi forceps (tanaglia); onde dicevasi combattere a tanaglia (forcipe & ferra proeliari)[6] quando nell’atto della battaglia un esercito, co’ nemici a fronte ed alle spalle, si spingeva loro avanti e di faccia e dai lati, colle ali in forma di tanaglia, per prenderli in mezzo. Venere rappresentavasi con una colomba in mano[7], qual si vede nella summentovata ara: essa vi è vestita; e forse è pur l’immagine di Venere un’altra dea vestita con un fiore in mano su un lavoro del museo Capitolino[8], che descriverò più sotto. Una Venere è del pari rappresentata sulla base di uno dei due bei candelabri triangolari, che erano altre volte nel palazzo Barberini[9]; ma quelli sono di greco artista. La statua, che il si-

Tom. I. Z gnor

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:287|3|0]]

  1. num. 19.
  2. Descript. of the East, Tom.I. book 2. chap. 3. pag. 108.
  3. Monum. ant. part. 1. cap. 3. n. 2.
  4. Ibid. num. 15.
  5. Codin. de Orig. Constantinop. p. 14. B., Descript. des pierr. grav. du Cab. de Stosch, Préf. pag XIV.
  6. Fest. V. Serra proeliari, Vales. Not. in. Amm. lib. 16. c. 12.
  7. Gori Mus. Etr. Tab. 41.
  8. Monum. ant. ined. num. 5. [ e part. 1. cap. 12. princ. pag. 37. ove ne dà le ragioni. Il fiore lo tiene in ambe le mani, come può vedersi anche dalla figura riportata al numero citato dei Monumenti: seppure non è piuttosto un tallo quello, che tiene nella mano dritta.
  9. Ibid. num. 30. [Ora nel Museo Pio-Clementino. Il sig. abate Gaetano Marini, che gl’illustra amendue, con un altro dello stesso Museo, in una bella dissertazione inserita nel Giornale de’ Letterati, Tom. iiI. anno 1771. art. V., alla pag. 171 e fegg. più probabilmente crede, che la detta figura sia una Speranza. Similissima in fatti si trova in altri monumenti, come su di un marmo descritto dal Grutero Tom. iiI. pag. 973. n. 2., altro dal Pighio Hercul. Prodic. pag. 250., e in una medaglia riportata dal Buorarroti Ossevaz. istor. sopra alc. med. Tav. 37. n. 2., il quale nella spiegazione pag. 418. seg. a lungo la descrive, e parla dei suoi attributi; intorno ai quali può vederli anche l’Agostini Dial. delle medagl. dial. 2., Vossio De Theol. Gent. lib. 8. cap. 10., Maffei Gemme ant. figur. par. iiI. Tav. 69. pag. 124. seg. La compagnia di Marte, e della Salute, o Minerva medica, che stanno sulle altre due faccio del candelabro, conviene alla Speranza, come prova il signor abate Marini colle ragioni, e colli esempi, pag. 175. Debbo qui osservare, che
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