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178 D e l l e   A r t i   d e l   D i s e g n o

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:288|3|0]]gnor Spence[1] dice d’aver veduta in Roma poco prima ch’io vi fissassi il mio soggiorno, e che teneva in mano una colomba, ora, per quanto io lo, più non vi si trova: egli inclina a crederla un Genio di Napoli, e adduce a quello proposito due passi d’un poeta. È stata eziandio pubblicata per una Venere etrusca una piccola figura della galleria di Firenze, che ha un pomo in mano; ma quello è probabilmente simile al violino, che ivi pur vedesi ad un piccolo Apollo di bronzo, sull'antichità del quale Addison non doveva restar sì dubbioso, esendo evidente che tale stromento v’è stato aggiunto da un moderno. Vestite, come presso i più antichi Greci, veggonsi le Grazie sulla più volte mentovata ara Borghese: elle si tengon per la mano in atto di danzare. Gori crede averle vedute ignude su una patera[2].

[Monumenti etruschi rimastici]

§. 7. Or che abbiamo indicate le figure delle divinità presso gli Etruschi, parleremo delle principali opere che ci rimangono dell’arte loro, per poter quindi inferirne giuste conseguenze sul disegno e sullo stile de’ loro artisti. Deggio prevenir però che limitate e mancanti sono su di ciò le nostre cognizioni, a segno da non poter sempre ben distinguere i lavori etruschi dai più antichi greci, a motivo della somiglianza che regna fra essi, per le ragioni dianzi addotte, e perchè abbiamo diffatti alcune opere scoperte nella Toscana, somiglievoli alle greche de’ buoni tempi. Non è però che qualche indizio non siavi per distinguere le une dalle altre. Deesi in primo luogo osservare, che sulla maggior parte de’ più antichi lavori etruschi, a differenza de’ greci, e principalmente sulle opere intagliate in bronzo o in pietra, le figure sì degli dei che degli eroi hanno il loro nome, la qual cosa non[3]


usa-

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  1. Polymer. pag. 244.
  2. Mus. Etrusc. Tom. I. Tab. 92.
  3. nella prima traduzione francese pag. 153. Sellius ha posto in mano a quella figura una colomba, riferendola alla prima Venere, di cui parla Winkelmann; il che ha fatto credere allo stesso signor abate Marini, che il nostro Autore avesse variato su questo punto.
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