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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:304|3|0]]lo stato delle anime risguardano: vi si vede fra le altre una figura di donna vestita con una cuffia larga superiormente, su di cui è tirata la veste in guisa che ne copre la metà. Πολέων chiamavasi tal cuffia in Grecia, ed era colà, secondo Polluce[1], comunemente usata dalle donne. La Giunone di Sparta, al dire di Pausania, quella di Samo[2] e di Sardi, come appare dalle monete di quelle città, e Cerere, come vedesi fu un basso-rilievo della villa Albani, aveano una siffatta cuffia. E’ da osservarsi che in queste pitture, eziandio in mezzo. alle figure muliebri in atto di danzare, alcune ve n’hanno interamente diritte e senza mossa alla maniera egiziana. Essendo quelle le fole che abbiano tal attitudine, è probabile che figure siano di divinità; dico esser probabile, poiché tutte quelle pitture hanno sofferto a cagione dell’umidità, e nessuna s’è fino a noi conservata ben riconoscibile in tutte le sue parti.

[... sulle statue, e sulle urne.] §. 25. Alle pitture possono pur riferirsi le statue dipinte, quale è quella del museo d’Ercolano da me sopra descritta, ed i bassi-rilievi delle urne funerarie, alcune delle quali sono state pubblicate dal Buonarroti. Ivi le figure hanno una specie d’intonacatura bianca, su cui sonosi poi stesi altri colori.

[Urne etrusche supposte.] §. 26. Finiremo quest’articolo con dire qualche cosa delle dodici urne di porfido, che diconsi scoperte a Chiusi nella Toscana, e che oggidì né colà né altrove più si ritrovano. Se queste pur hanno realmente esistito, potean essere d’una pietra che ha col porfido qualche somiglianza, poiché Leandro Alberto chiama porfido una simil pietra trovata presso a Volterra[3]. Gori, il quale ciò riferisce sulla fede d’un manoscritto della biblioteca Strozzi di Firenze[4], ha pubblicata eziandio


l’iscri-

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  1. Onomast. lib. 5. c. 16. segm. 96.
  2. Tristan Tom. I. pag. 737.
  3. Descriz. d’Ital. pag. 50.
  4. Mus. Etrusc. Præf. pag. XX.
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