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p r e s s o g l i E t r u s c h i , ec. | 215 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:325|3|0]]no i vasi. Un miglior fondamento per sostenere la comune opinione, che attribuisce il lavoro di que’ vasi agli Etruschi, sarebbe stato l’indicarne alcuni che effettivamente in Toscana fossero stati scavati; ma nessuno ha saputo finora produrre tai monumenti.
§. 11. Voglio pur anche accordare (ciò che però non è ben dimostrato ancora) che alcuni de' vasi esistenti nella galleria Granducale siano veracemente stati disotterrati in Toscana: e so diffatti che alcuni piccoli rottami di vasi di terra cotta furono scavati ne’ contorni di Corneto[1]; ma egli è altresì incontrastabile, che le grandi collezioni di vasi antichi, le quali trovansi in Italia, e que’ pezzi eziandio che sono stati
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- ↑ Come ho avvertito sopra pag. 111., cosi credo che anche su questo punto il nostro Autore si sia poscia alquanto modificato nello stesso Trattato preliminare, cap. iiI. pag. XXXIV., ove scrive: „ Per altro sapendosi, che l’Etruria lavorò de’ vasi indorati, per quel che narra Crizia presso Ateneo lib. i. cap. 22. pag. 28. B., e tenuti in gran conto da’ Greci, e che quelli di terra cotta fatti anticamente a Arezzo, città d’Etruria, erano in singolare stima, come anche essendo stato assicurato da persone di non dubbia fede, che vasi di questa ultima sorta sieno stati disotterrati nelle vicinanze di Viterbo, e intorno a Corneto, nell’antico agro di Tarquene, i quali in conseguenza sarebbero di fattura etrusca; voglio ammettere, che vi sia della conformità fra’ vasi dell’uno, e dell’altro paese; ma in quanto allo stile del disegno, del figurato, e della dipintura, di cui quelli vasi erano ornati, non avendoli veduti, non posso farmene verun giudizio „. E doveva in fatti ricredersi; poiché nel Tomo I. dell’opera del Passeri Picturæ Etrusc. in vasculis, ch’egli approvò come revisore deputato, alla p. XXII. aveva lette le testimonianze chiarissime di Buonarroti, di Gori, e di tanti altri soggetti degni di fede, che attestano di aver veduti scavare vasi consimili nell’Etruria. Il signor Francesco Rossi, patrizio aretino, in una lettera inserita nel Giornale letterario dai confini d’Italia l’anno scorso 1782. n. 29. p. 232. ci assicura di nuovo, che siansi cavati, e si cavino attualmente in Arezzo dei rottami di vasi stupendi di più colori, ma specialmente colore di corallo per uso delle mente, e dei bagni; e promette di dare intorno ai vasi di tal città una completa memoria corredata dei nomi, e delle sigle, che ritrovansi nei tondi, e nei corpi di quelli, come non meno degli opportuni disegni già in gran parte fatti delineare. In Corneto, e in Montalto si trovano molti vasi intieri, conservati in parte colà da quei che ne fanno raccolte, e alcuni passati alla biblioteca Vaticana, e ad altre persone in Roma; ma sì questi che ho veduti, che gli altri esistenti in quelle città, per quanto mi vien detto, sono di color nero, piuttosto grossolani, e pesanti, con qualche striscia di ornati di poca considerazione; simili presso a poco a quelli trovati nelle rovine di Pompeja, Ercolano, e Stabbia, anch’essi di vernice nera, e di lavoro ordinario, come riferisce il signor d’Hancarville Antiq. Etrusq. ec. Tom. iI. ch. 2z. pag. 92. Dei bellissimi, e di ogni sorte, che si trovano nell’agro pesarese, ma generalmente senza le pitture, che hanno gli altri, de’ quali parla Winkelmann, ne tratta a lungo lo stesso Passeri Della Storia de fossili dell’agro pesarese Disc. VI. pag. 269. segg. Al §. 3. p. 273. dice, che il sig. abate Olivieri sopra alla Siligata vide tra i vestigi d’un antico sepolcro, frammenti di vasi dipinti a disegno, e vi trovò una grossa moneta etrusca, segnale dell’antichità di quell’edifizio.
Per compimento di questa materia aggiugnerò qui nei proprj termini la descrizione dei diversi generi di vasi, che formano la raccolta Granducale di Firenze, dataci dal signor Luigi Lanzi nel Giornale de’ Letterati, Tomo XLVII. anno 1782. art. I. pag. 159. segg. secondo il nuovo sistema, e ordine, ch’egli ha dato alla medesima. „ Chi ha vedute altre raccolte, quantunque più numerose, non