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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:361|3|0]]te non sarà stata la prima. Nei giuochi minori, quali si celebravano a Megara, ergevansi, se non istatue, almeno pietre col nome de’ vincitori[1]. Quindi è che i più grandi uomini fra i Greci esercitarono in simili giuochi la loro gioventù: Crisippo e Cleante furono per essi già noti avanti che ’l fossero per le filosofiche loro cognizioni; e Platone stesso comparve tra i lottatori nei giuochi istmici a Corinto, e nei pitici a Sicione[2]. Pittagora riportò il premio in Elide, ed istruì Eurimene, che ottenne nel luogo stesso la vittoria[3]. Furono pur tai giuochi presso i Romani un mezzo per farsi nome, e Papirio, che l’onta da Roma alle Forche Caudine ricevuta vendicar seppe contro i Sanniti, è a noi men noto per la sua vittoria, che pel sopranome di Cursore[4], con cui pur Omero avea distinto Achille. Né soltanto ai vittoriosi atleti ergevansi statue che loro fomigliassero; ma formavansi eziandio i simulacri di grandezza naturale de’ cavalli che aveano riportato il premio nelle corse: e quell’onore fra gli altri ottennero i corsieri dell’ateniese Cimone[5].

§. 17. Una statua d’un vincitore che ne rappresenti l’effigie[6], collocata in un sacro luogo, veduta, e venerata dall’intera nazione, era un potente stimolo non meno per chi scolpir la dovea, che per chi dovea meritarla; e tranne le statue delle divinità[7], de’ sacerdoti, e delle sacerdotesse loro[8], da collocarsi ne’ tempj, non poteasi dare agli scul-


I i ij tori

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  1. Pind. Olymp. 7. v. 157.
  2. Diogene Laerzio lib. 3. segm. 4. p. 166., Apulejo De habit. doctr. Plac. c. 4. op. Tom. iI. pag. 568., Porfirio presso S. Cirillo Contra Julian. lib. VI. pag. 208. D. Il Bruchero Hist. crit. phil. part. iI. lib. iI. cap. VI. sect. I. §. IV. pag. 630. crede, senza darne ragione, che sia stata quella una tradizione popolare priva di fondamento. Sicione sarà qui detta da Winkelmann per inavvertenza; poiché i giuochi pitici si facevano a Delfo, Strabone lib. 9. p. 641. B., Paus. lib. 10. c. 37. p. 893. Né in contrario parlano i detti scrittori di Platone.
  3. Bentley’s Diss. upon the epistles of Phalar. pag. 53.
  4. Liv. lib. 9. cap. 10. num. 16.
  5. Ælian. Var. hist. lib. 9. cap. 32.
  6. Lucian. pro Imag. §. 1. oper. Tom. iI. pag. 490.
  7. Gli abitanti delle isole di Lipari aveano collocate tante statue nel tempio d’Apollo a Delfo, quante navi etrusche aveano prese. Paus. lib. 10. cap. 16. in fine, pag. 386.
  8. Paus. lib. 2. cap. 17. pag. 145. princ. & cap. 35. pag. 196. lin. 35. lib. 7 pag. 589. in fine.
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