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p r e s s o   i   G r e c i , ec. 253
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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:363|3|0]]teano eziandio i degni cittadini aspirare all’onor d’una statua, e diffatti Dionisio fa menzione di quelle di più cittadini di Cuma in Italia che Aristodemo, tiranno di quella città, ed amico di Tarquinio il superbo, nella lxii. olimpiade levar fece dal tempio, e in un abbietto luogo gettare[1].

§. 18. Sembrami qui opportuno di far menzione d’una bella, ma mutilata statua ignuda d’un fromboliere, come si riconosce alla fionda contenente il sasso, che sulla coscia destra gli pende. Non è facil cosa l’indovinare per qual motivo ad una tal persona fra stata eretta una statua: i poeti non danno mai la fionda agli eroi; e rarissimi erano i tiratori di fionda[2] tra i greci guerrieri, anzi que’ pochi andavano disarmati (γυμνίτες), ed erano, come pure i saettatori, i meno considerati nell’esercito. Lo stesso avvenia presso i Romani che, per punire alcuno di grave castigo, passar lo facevano dalle squadre di cavalleria o di fanteria in quella de' frombolieri[3]. Ma poiché la statua di cui parliamo dee rappresentare non un semplice tirator di fionda, ma una persona ragguardevole degli antichi tempi, potremo per avventura in essa ravvisare l’etolio Pirecma, il quale nel ritorno degli Eraclidi dal Peloponneso sostenne un duello per decidere a chi s’aspettasse il possesso d’Elide, sapendosi da Pausania che il suo principale valore consistea nel tirar di fionda (σφενδόνην δεδιδαγμένος )[4].

[... l’impiego che faceasi dell’arte...] §. 19. L’uso che faceasi dell’arte, impiegata solamente in rappresentare le divinità e gli eroi, cioè le cose più sacre, o almen più utili e più gloriose alla patria, fece sì che mantennesi nella sua grandezza[5]. Nelle case de’ cittadini


igno-

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  1. Ant. Rom. lib. 7 cap. 8. p. 408. lin. 23. [ Parla delle statue di più persone collocate in più tempj.
  2. Assai di rado se ne trova fatta menzione, e forse solo presso Tucidide lib. 4. c. 32. p. 259., ed Euripide Phœniss. v. 1149.
  3. Val. Max. lib. 2. cap. 7. n 9. e 15.
  4. lib 5. cap. 4. pag. 382. lin. 10.
  5. Dall'uso delle statue altri vantaggi trassero le antiche repubbliche per rendere i cittadini utili alla patria, e promovervi quella virtù, che a giudizio del sig. Montesquieu
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