Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
260 | D e l l e A r t i d e l D i s e g n o |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:370|3|0]]avendo nella natura un determinato oggetto da imitare; e altronde per servire al bisogno basta attenersi alle regole generali, e alle leggi della proporzione. Quelle e cominciarono dalla semplice imitazione, e tutte trovar poterono le regole loro nella contemplazione dell’uomo; laddove le leggi dell’architettura fono il risultato di lunghe ricerche e di molti ragionamenti; anzi della giustezza loro per lo più non siamo certi se non perchè veggiamo che ottengono la genenerale approvazione.
[...e della pittura.] §. 27. La scultura ha eziandio preceduta la pittura, e qual sorella primogenita l’ha, per così dire, condotta nel mondo: né ciò fu sì torto, che anzi, se crediamo a Plinio, ignota era la pittura prima della guerra di Troja. Già ammiravansi il Giove di Fidia, e la Giunone di Policleto, le due più perfette statue che conoscessero gli antichi, avanti che si vedesse intelligenza di chiaroscuro sulle greche tele. Apollodoro[1], e meglio ancora Seusi suo discepolo, i quali fiorirono nell’olimpiade xc., i primi furono che in ciò si distinsero[2]: avanti di loro la pittura altro non era che una rappresentazione come di varie statue situate una presso all'altra, le quali, tranne l’azione in cui erano porte, una riguardo all’altra, rappresentavano oggetti isolati che non faceano un tutto, quali appunto fono le pitture de’ vasi etruschi[3]. La venerazione delle statue altresì deve pur considerarsi co-
me |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:370|3|0]]
- ↑ Apollodoro fu chiamato il pittor delle ombre (σκιογράφος V. Esych. σκιαγραφίαν): nome, di cui è chiara la ragione; onde si dee correggere Esichio, che ha preso σκιογράφος per σκηνογράφος, pittor di tende.
- ↑ Quint. Inst. Orac. lib. 12. c. 10. [ Plinio lib. 35. c. 9. sest. 36., ove dice, che Apollodoro fiorì nell’olimpiade xciv., e Zeusi nell’anno iv. dell’olimpiade xcv.: del che non parla Quintiliano. Di Apollodoro che sia stato il primo a usar varj colori, e chiaroscuro, lo attesta anche Plutarco Bellone, an pace Athen. clar. fuerint, op. Tom. iI. pag. 346. Vedi appresso lib. IX. capo iiI. §.17.
- ↑ Non è per anco deciso se l'origine della statuaria abbia preceduto l’origine della pittura. Che quella fosse presso i Greci per lo meno tanto antica quanto la scultura, e siavi egualmente stata portata al più alto grado di perfezione, lo ricavano alcuni moderni, fra i quali il signor Webb, dal non potersi comprendere come fossero sì abili disegnatori di statue, di bassi-rilievi, d’incisioni in gemme ec. senz’averne un’eguale, e fors’anche una maggior abilità per la pittura: arte più facile, più dilettevole, e di uso più frequente. V'ha eziandio degli antichi scrittori, che affermano esser nate a un tempo stesso amen-