Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
n e l l e v a r i e f i g u r e , e c. | 307 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:417|3|0]]fronte. Mi risovvengo a quello propotito d’un mal inteso passo di Filostrato, il quale descrivendo una pittura di Nettuno e di Amimone dice: κῦμα γὰρ ἤδη κυρτοῦται ἐς τὸν γάμον, γλαυκὸν ἔτι καὶ τοῦ χαροποῦ τρόπου, πορφυροῦν δὲ αὐτὸ ὁ Ποσειδῶν γράφει.[1]. Mal s’appone Oleario che nelle sue osservazioni su Filostrato intende le ultime parole di questo passo di un aureo splendore che il capo a Nettuno circondasse, e a torto riprende lo Scoliaste d’Omero, il quale spiega col vocabolo latino obscurus la greca voce πορφύρεος. Filostrato dice, il mare comincia ad incresparsi (κυρτοῦται), e Nettuno lo tinge di porpora; e quello è fondato sull'osservazione del mar mediterraneo, che al primo agitarsi dopo la calma, presenta in lontananza un certo chiarore rosseggiante, onde sembrano farsi purpurei i flutti.
[Altri dei marini.] §. 35. Ben diversa da quella di Nettuno è la figura delle altre subalterne divinità del mare, di cui gioverà qui indicare i tratti distintivi. Questa si vede chiaramente espressa in un busto del museo Capitolino, e in due teste colossali de’ Tritoni esistenti nella villa Albani[2]. Queste teste sono segnate da una specie di branchie, che figurano le ciglia, e simili sono appunto alle ciglia di Glauco dio marino presso Filostrato (ὀφρῦς λάσιαι συνάπτουσαι πρὸς ἀλλήλας [3]. Quelle branchie o pinne gli attraversano anche il naso e le guance, e gli circondano il mento[4]. V'ha pure de’ Tritoni rappresentati su diverse urne sepolcrali, una delle quali è nel museo Capitolino[5].
Q q ij | §.36. Sic- |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:417|3|0]]
- ↑ Philostr. Icon. lib. 1. n. 7. oper. Tom. iI. pag. 775. [ Fluctus enim jam sese incurvatus nuptiis accommodat, glaucus adhuc, cæsique coloris, purpureo autem ipsum Neptunus mox pingit.
- ↑ Mon. ant. ined. num. 35.
- ↑ Philostr. loc. cit. lib. 2 n. 15. pag. 833. [ Densa supercilia & conjuncta invicem unum quasi essent.
- ↑ Pajono pinne, e forse anche squamme, ma non mai branchie, come le dice Winkelmann anche nei Monumenti antichi al luogo citato. Si vedono presso a poco nello stesso modo sull’Erme colossale di egregia scultura greca nel Museo Pio-Clementino, rappresentante l’Oceano, o il Mare mediterraneo.
- ↑ Sono degni di essere qui ricordati particolarmente i due del Museo Pio-Clementino. Il primo, che può vedersi anche nella