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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:440|3|0]]ra; anzi era sempre lo scopo loro principale a cui l'espressione doveva in qualche modo servire; né, perchè da questa venisse alquanto alterata la beltà d’una figura, lasciar dovea di chiamarsi bella, come non lascia di chiamarsi vino anche quello, in cui molta parte d’acqua è frammista. Ha pur luogo in ciò la gran massima d’Empedocle, secondo cui le cose sussistono nello stato attuale per l’affinità e pel contrasto, cioè per l’azione vicendevole ed opposta, che le une hanno reciprocamente sulle altre. La beltà, senza l’espressione, insignificante sarebbe, e l’espressione senza la beltà sarebbe spiacevole; ma influendo l’una sull’altra, e combinando insieme le loro qualità che sembrano distruggersi a vicenda, ne risulta una parlante, persuasiva, ed attraente bellezza.
[Cercavano la compostezza negli atteggiamenti...] §. 4. Il riposo e la tranquillità denno considerarsi come un effetto di quella compostezza che i Greci studiavansi di mostrare nell’azione e ne’ gesti. Presso di loro un passeggiar affrettato teneasi in certo modo come contrario all’idea d’un modesto contegno, e vi trovavano un non so che di arditezza soverchia. Tal viziosa abitudine rinfaccia a Nicobulo Demostene, il quale unisce insieme, come due cose del pari riprensibili, il parlare ardito e l’andar frettolofo[1]. Così per l’opposto i lenti e gravi movimenti del corpo indizio erano presso gli antichi d’un’anima grande[2]. Reputo quasi inutile di qui osservare, che la vera compostezza è ben diversa da quella fervile violenza, espressa su alcune statue di re prigionieri che le mani tengono come avvinte una sull’altra[3]. In tal positura, che della più vile suggezione era indizio, faceano la guardia a Tigrane re d’Armenia quattro re suoi vassalli[4].
§. 5. Tal |
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