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346 D e l   B e l l o   c o n s i d e r a t o

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:456|3|0]]lungo d'un buon pollice, affin di dargli un nobile rialzamento: lo stesso succede nella parte tra la cavità del petto e l'umbilico, che si tien più lunga d'un volto per rendere la figura più svelta; e tali proporzioni hanno diffatti le più. ben formate persone.

§. 1. La struttura del corpo umano risulta dal numero tre, che è il primo numero dispari, e il primo di proporzione; in sé contiene il primo numero pari, e un altro numero, che tutti due insieme li unisce. Due cose, per avviso di Platone[1], sussistere non possono senza una terza: il miglior legame quello è, che fa coll'oggetto unito la più perfetta unità, per modo che il primo sia per rapporto al secondo come quello è rapporto a quello di mezzo. Quindi è che nel tre, il quale dagli antichi teneasi come il più perfetto tra i numeri[2], si esprime il principio, il mezzo, e 'l fine; e come i Pittagorici determinavan con esso le cose tutte[3], così noi vi potremo scorgere un rapporto colle proporzioni della nostra statura. E' già stato osservato che l'uomo a tre anni ha generalmente acquistata la metà dell'altezza, a cui dovrà crescere[4].

§. 2. Il corpo intero dividesi in tre parti; e in tre pur si dividono i membri principali. Le parti del corpo sono il tronco, le cosce, e le gambe: le parti inferiori sono le cosce, le gambe, e i piedi; così dividonsi in tre il braccio,


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  1. Plat. in Timæo, op. Tom. iiI. p. 31. C. [Fieri autem non potest ut duo cohæreant sine tertio: ac proinde tertium aliquod requirunt, & quasi nodum vinculumque desiderant, quod inter duo illa intermedium concinne ea jungat atque conciliet. Sed vinculorum adest aptissimum, atque pulcherrimum, quod ex se atque de his qui astringit, quammaxime unum efficit. Id optime assequitur ea quae ἀναλογία, idest comparatio, proportiove dicitur. Quando enim in tribus aut numeris, aut molibus, aut viribus, medium ita se habet ad postremum, ut primum ad medium: vicissimque ut postremum cum medio, ita medium cum primo congruit: tunc quoque id quod medium est, & primum fit, & postremum: postremum quoque, & primum, tunc utrumque media fiunt. Ita necessitas cogit, ut omnia quæ sic devincta fuerint eadem inter se sint, eadem vero quum facta sint, efficitur ut omnia sint unum.
  2. Plut. Fab. Max. op. Tom. I. p. 176. D.
  3. Arist. de Coelo & mund. lib. 1. cap. 1. oper. Tom, I. pag. 610. C.
  4. Plin. lib. 7. cap. 16. sect. 16.
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