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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:460|3|0]]misura della lunghezza e larghezza propria ad ogni età e ad ogni qualità di contorni; e tutte queste leggi verosimilmente s'imparavan dai giovani sui libri, che trattavano della simmetria[1]. Dalle così determinate proporzioni nasce nel sistema dell’arte quella somiglianza, che si ravvisa costantemente presso gli antichi, eziandio nelle figure mediocri; ed infatti, malgrado la differenza osservata già anticamente nelle opere di Mirone, di Policleto, e di Lisippo, tutte sembrano uscite dalla stessa scuola, vedendosi in tutte, sì in grande che in piccolo, osservate le medesime leggi fondamentali; e di ciò s’accorge un conoscitore, come un abile suonator di violino riconosce gli scolari d’uno stesso maestro, quantunque in molte cose tra di loro differiscano. Che se talora s’incontrano differenti proporzioni in qualche figura, come, a cagion d’esempio, in un bel torso d’una figurina muliebre ignuda presso il signor Cavaceppi in Roma, in cui dall’umbilico alle parti sessuali passa una distanza non comune, allora deggiam credere che simili figure siano state copiate dal naturale, cioè da persone così formate. Non pretendo però di scusare in tal maniera tutti gli errori di disegno, che nelle antiche opere per avventura s’incontrano; e se l’orecchia per esempio non è porta nella stessa linea del naso, come esser dovrebbe, ma è collocata più sotto, qual vedesi nel busto d’un Bacco indiano nella villa Albani, convengo allora esser quello un difetto che non ha scusa.
[... principalmente riguardo alla misura de piedi.]
§. 7. Le regole d’ogni proporzione per uso dell’arte essendo state prese dalle proporzioni del corpo umano, saranno verosimilmente state determinate dagli scultori prima che dagli altri; e denno pur quindi essere derivate le regole dell’architettura. Il piede, che presso tutti gli antichi prendeasi per norma nelle misure d’ogni grandezza, coficchè con
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- ↑ Philostr. Jun. Proœm. Icon. pag. 862. lin. 18.