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364 D e l   B e l l o   c o n s i d e r a t o

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:474|3|0]]giovin eroe che a lei viene, e rendernelo amante. La figura muliebre, che siede innanzi alla regina, ha i capelli di dietro corti e recisi alla foggia de’ maschi: il che, essendo cosa affatto insolita, dee certamente avere una particolare significazione. Io penso (se m’è qui lecito avventurare una conghiettura) che potrebbe quella figura rappresentare una fanciulla eunuca[1]. Sappiamo diffatti che i Lidj furono i primi a far tale ingiuria alla natura nel sesso muliebre, ascrivendosi questo ritrovato ad Andramito, quarto re di Lidia avanti di Onfale, il quale ciò immaginò per servirsi di tali femmine in luogo di eunuchi[2]; e siccome a niun altro esterior segno poteasi quello indicare sul corpo loro, perciò si accorciavano ad esse le chiome, in quella guisa che portar le soleano i giovani maschi, per significar così l’alterazion fatta nella femmina. Pertanto l’ingegnoso pittore del vaso avrà voluto con quella figura più determinatamente esprimere ciò che rappresentar voleva, cioè il luogo dell’azione, e la persona d’una regina di Lidia. Non mi estenderò qui oltre a ricercare qual altro motivo abbialo diretto nella composizione della sua pittura, e passerò sotto silenzio ciò che fu questo proposito mi suggerisce alla memoria circa le Tribadi, relativamente alla sfrenata libidine delle lidiche donne.

[Teste di Illo. ] §. 12. Veggo che mi sono forse soverchiamente allontanato dall’argomento mio nello spiegare quella sì ammirevol gemma, e sento che dovrei ripigliare il filo del mio ragionamento, ricercando la bellezza nelle altre parti del


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  1. E perchè non potrebb’essa piuttosto rappresentare una schiava? I Greci ne’ più antichi tempi usarono di recidere alle schiave i capelli; e in tal guisa furono rappresentate da Polignoto nel famoso suo quadro descrittoci da Pausania lib. 10. [ Questo autore nella descrizione, che dà del quadro di Polignoto, di due donne solamente, rileva, loc. cit. c. 25. p. 361. lin. 13., e c. 26. in fine, p. 864., che avessero i capelli affatto rasi fino alla cute; il che non conviene alla nostra figura, che li ha lunghi alquanto.
  2. χρῆσθαι αὐταῖς ἀντὶ ἀνδρῶν εὐνούχων Athen. Deipn. lib. 11. cap. 3. p. 515. in fine. [ Lydorum regem Andramytin foeminas primum castravisse, & Eunuchorum loco usum, illis fuisse.
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