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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:481|3|0]]Satiro o Fauno, lascian vedere i denti; ma nelle figure delle divinità questi non vedonsi, ch’io sappia, se non in una statua d’Apollo del più antico stile nel palazzo Conti.

[...del mento...] §. 23. Non pensarono mai i greci artisti d’accrescere la vera bellezza d’un volto con fargli una pozzetta sul mento, anzi crederono che la beltà di questa parte del volto consistesse in una specie di tondeggiamento non interrotto. La pozzetta, chiamata νύμφη[1], non essendo comune nella natura, non fu mai da quegli artisti, siccome dai moderni scrittori [2], creduta un fregio generale della bellezza sublime[3]. Indi è che tal pozzetta non iscorgesi nella Niobe, nelle sue figlie, o nella Pallade del cardinal Albani; non in Cerere sulle monete di Metaponto, né in Proserpina fu quelle di Siracusa, ov’è espressa la più sublime beltà femminile. Lo stesso dicasi della bellezza ideale virile: non hanno la pozzetta né l’Apollo, né il Meleagro di Belvedere[4], né il Bacco della villa Medici. La ho veduta soltanto in un Apollo di bronzo di grandezza naturale nel museo del Collegio Romano, e nella Venere Medicea, ove tal pozzetta è un vezzo, una grazietta particolare, anziché il tratto d’una bella forma[5]. Né a ciò si oppone l’autorità di Varrone, che la chiama un segnale lasciatovi dall’amore coll'imprimervi un


A aa ij dito.

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  1. Poll. Onom. l. 2. c. 4. segm. 90 Tom. I. pag. 190.
  2. Franco Dial. della bellezza, Part. I. pag. 27.
  3. Se volessimo prestar fede ad alcuni moderni fisonomisti, tra i quali il sig. Pernetty la Connoiss. de l’Homme moral. Berlin 1776., potrebbe la scultura e la pittura non solo le forti passioni, ma eziandio i più nascosti vizj rappresentare sul volto. „ La pozzetta, dic’egli, in un mento ben proporzionato al resto del volto denota uno spirito buono, un uomo pacifico, segrcto, e socievole. Ma se il mento colla pozzetta è aguzzo, magro, e sporge in fuori un poco più che nol chiegga la proporzione, annunzia una persona cattiva, ardita, invidiosa, intraprendente, collerica, falsa, traditrice, e malvagia „. Ognuno pero vede quanto mal fondate earebbero le conghietture, che su questi dati si formassero.
  4. Detto volgarmente l’Antinoo, ora spiegato per un Mercurio dal sig. abate Visconti Museo Pio-Clementino, Tom. I. Tavola 7. Vedi appresso libro XII. capo 1. §. 21., ove se ne parla più diffusamente.
  5. Nel Trattato Prel. cap. IV. pag. LVI. l’Autore aggiugne: „ Quindi è che la suddetta Venere, avendo questa fossetta, come l’aveva la statua di Batillo a Samo, Apul. Fiorid. cap. 15. Tom. iI. oper. pag. 791., mi son dato a credere, che possa essere un qualche ritratto di bella femmina, ove gli artefici in questa parte abbian dovuto derogare all’idea, ch’e’ si eran fatta del bello.
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