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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:485|3|0]]§. 28. Un Atleta con tali orecchie vien da Luciano[1] chiamato Ὠτοκάταξις, e col vocabolo equivalente Ὠτοθλαδίας da Laerzio[2] nella vita di Licone filosofo e celebre Atleta; e quest’ultima voce, che da Esichio e da Suida s’interpreta τὰ ὦτα τεθλασμένα, con orecchie contuse, non può certamente intenderli con Daniele Heinsio[3] d’orecchie mutilate. Salmasio[4], riportando il citato passo di Laerzio, molto trattiensi intorno alla parola ἐμπινές, e passa sotto silenzio l’altra più difficile Ὠτοθλαδίας[5].

§. 29. Siffatte orecchie ha in primo luogo Ercole, perchè riportò il premio come Pancraziaste ne’ giuochi ch’egli stesso istituì presso Elide in onor di Pelope figlio di Tantalo[6], come pure in quelli che Acasto figlio di Peleo celebrò in Argo. Con tali orecchie viene effigiato Polluce, il quale come Pancraziaste riportò la vittoria ne’ primi giuochi pitici a Delfo[7]; e appunto da questa forma dell’orecchio, veduta sulla testa di giovane eroe in un gran basso-rilievo della villa Albani, ho argomentato che quell’eroe fosse Polluce[8]. Ha questi simili orecchie nella sua statua in Campidoglio, e in una piccola figura nella Farnesina.

§. 30. Non tutte però le figure d’Ercole hanno siffatte orecchie. Fra le statue, che con tale distintivo lo rappresen-[9]


tano

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  1. Lexiph. Tom. iI. pag. 334.
  2. lib. 5. segm. 67. Tom. I. p. 303. [ Eustazio l. cit., di cui darò la traduzione: Otocatassi, secondo Elio Dionisio, è lo stesso che Otoclasia, cioè che ha le orecchie frante nella palestra; e le Anfotidi sono quelle, secondo Pausania, che i palestriti si mettevano intorno alle orecchie.
  3. Not. in Hor. ep. I. vers. 30.
  4. Ad Tertull. de Pall. pag. 233.
  5. Perchè era fuor di proposito.
  6. Stazio Theb. l. 6. v. 6., Igino fab. 273., Pausania lib. 5. cap. 8. pag. 393. lin. 36.
  7. Igino loc. cit.
  8. Monum. ant. num. 62.
  9. pag. 170. [Riporta il passo di Platone, che spiega secondo la versione latina di Serrano, senza farvi sopra alcuna osservazione riguardo ai cesti, o altro: Se froissent les oreilles, les entortilles des courroies. Nè so capire come Winkelmann abbia potuto intendere di cesti, ciò che non può altrimente intendersi che delle orecchie, delle quali parla Platone, non delle mani: Alii concidunt sibi aures ad illorum imitationem, & loro circumvolvunt. Probabilmente egli non ha badato, che gli Atleti solevano fasciarsi, o coprirsi le orecchie per difendersi dai colpi, come chiaramente ci attestano Plutarco De Audit. oper. Tom. iI. pag. 38. B., Filostrato Icon. lib. 2. cap. 21. pag. 844., Clemente Alessandrino Pædag. lib. 1. c. 6. princ., Polluce Onomast. lib. 2. segm. 83. pag. 194., Eustazio ad Iliad. lib. 23. pag. 1324.; come l’osserva anche Pietro Fabro Agonist. lib. 1. cap. 11. Tanto più che secondo Seneca De Benefic. lib. 5. cap. 3., presso gli Spartani era proibito il pugillato coi cesti; sul che può vedersi Fabro l. c. c. 12.
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