< Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

d e g l i   E d i t o r i   V i e n n e s i . xlj

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:51|3|0]]ciullezza una grande inclinazione all’Antiquaria[1]. Suo primo maestro e quasi padre fu certo Toppert rettore della scuola di quel paese, il quale avendo in seguito perduta la vista, scelse Winkelmann per sua guida, compagno, e lettore; e questi n’ebbe il doppio profitto di aver un’istruzione continua d’un maestro savio, e affezionatogli per riconoscenza, e di poter tutta volgerne a piacere la piccola biblioteca. Allora egli accoppiò ai suoi studj ordinarj una lettura immensa e variata, sì vantaggiosa all’uom di talento, sì perigliosa per un ingegno mediocre, e sì inutile per un cervello ottuso. Studiò le lingue morte, e vi fece progressi superiori alla sua età: leggeva avidamente gli antichi classici, e molto occupavasi della geografia; ma il suo studio favorito era l’Antiquaria. Quindi andava a metter sossopra le colline arenose di Stendal per ritrovarvi delle urne antiche, guidatovi dal solo suo genio, ancorché non avesse alcun fondamento di sperarne un buon successo. Cominciò Winkelmann a cercar delle olle, e finì la sua carriera coll’esaminare l’Apollo, il Laocoonte, la Venere Medicea, e collo scrivere la Storia delle Arti del Disegno.

Osservavasi già a que’ tempi in lui una grande indifferenza per quelle che chiamansi scienze esatte e sublimi; onde seguendo egli la sua inclinazione, s’applicò principalmente allo studio della sana filosofia, e della storia, che erano le più confacenti al suo scopo.

In sua patria venne sovente ripreso perchè, trascurando la lingua natia, tutto s’occupasse nello studio degli antichi idiomi, e della stessa lingua ebraica che di poco e di nessun

utile essergli potea[2]; ma con tale studio egli formavasi


f uno

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:51|3|0]]

  1. Suo padre finché potè lavorare lo fece attendere allo studio, colla mira d’incamminarlo per lo stato ecclesiastico, per cui non ebbe mai alcuna inclinazione. Huber l. c. pag. XXXVIII.
  2. In Roma negli ultimi anni di sua Vita egli studiava anche l’araba.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.