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424 D e l   P a n n e g g i a m e n t o.

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ἀμβροσίῳ δ´ ἐφύπερθε καρήατι βάλλε καλύπτρην
Ἀργυρέην[1].

Sono pure simili veli mentovati in un greco epigramma[2]. Non saprei però decidere, se Elena ἀργεννῇσι καλυψαμένη ὀθόνῃσιν, ricoperta di veli bianchi[3], ovvero ἑανῷ ἀργῆτι, di velo bianco[4], siffatti veli portase; poiché, siccome rileviamo da Polluce[5], i Greci medesimi de’ bassi tempi nemmen essi ben intesero il vero senso delle voci ἑανός e πέπλος da Omero e da altri poeti usate[6]. L’unico velo di quella maniera, che veggasi fra gli antichi monumenti di Roma, è qual bianco panno, onde ha coperto il capo Esione in un bel musaico della villa Albani[7]. Il color bianco sembra indicare un pannolino, che le donne asiatiche portar soleano, e che per la grandezza, pel colore, e per la forma rassomigliandosi ad uno sciugatojo, chiamavasi χειρόμακτρον[8].

[... colla cuffia...] §. 3. Le donne d’età avanzata usavano certa maniera di cuffia, di cui si può prendere un’idea da quella statua del museo Capitolino, che mal a proposito credesi una Prefica, e in cui io ravviso piuttosto un’Ecuba, che alza lo sguardo, quasi in atto di rimirare il nipote suo Astianatte precipitato dalle mura di Troja. Porta una simile cuffia la figura d’una giovane Baccante su un gran vaso rotondo di marmo; e con somiglievole panno coperto hanno il capo una giovanile e bella maschera tragica nel palazzo Albani, un’altra simile ma-


schera

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  1. Argon. lib. 3. vers. 833:
    [Et capiti unguentato supernjicit velum
    Candidum.
  2. Anthol. lib. 7. num. 10. vers. 5.
  3. Hom. Iliad. lib. 3. vers. 141.
  4. Idem ibid. vers. 419.
  5. Onom. lib. 7. cap. 13. segm. 51.
  6. Clemente Alessandrino Pædag. lib. 2. cap. 10. pag. 238. in fine parla dell’usanza comune a’ suoi tempi di portare il velo di color di porpora; e rosso e difatti il velo di una donna nella Tavola delle pitture d’Ercolano, che cita Winkelmann nella nota seguente. Forse le sole donne oneste solevano portarlo calato fin sotto gli occhi, come si raccoglie da Aristeneto lib. 2. epist. 18. pag. 265.
  7. Monum. ant. ined. num. 66. [ Winkelmann nella spiegazione di questo numero Par. I. cap. 25. pag. 91. aggiugne: „ Peraltro nelle pitture del museo Ercolanese Tom. iI. Tav. 23. trovansi delle figure femminili con un simil velo; e così sembra esser quello di Giunone in un medaglione di Giulia Salonina presso Venuti Num. Vat. Alb. max. mod. Tab. 86. n. 3.
  8. Athen. Deipnos. lìb. 9. c. ult. p. 410. E.
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