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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:540|3|0]]delle figure da lui apportate in esempio, essendo nella sottoveste, necessariamente diritte esser doveano. Ne’ migliori tempi dell’arte studiavansi gli artisti d’introdurre nel panneggiamento della sopravveste e del manto tutta la varietà e l’eleganza possibile, e veniasi così a rappresentare il vestito, quale probabilmente portato s’era anche ne’ tempi antichissimi; ma l’arte allora non ancor sapeva imitare tutte le direzioni delle pieghe diversificate all’infinito. A questo grado di perfezione ben giunse ne’ tempi posteriori, e tutta la immaginabile varietà ed eleganza di panneggiamento vedesi con sorpresa eseguita, non solo nelle pitture e ne’ disegni, ma ne’ più duri, sassi, nel porfido stesso; onde quel moderno artista, che nel panneggiamento della Niobe trova una riprensibile monotonia, non dee certamente aver veduta quella figura, il cui vestito si annovera a ragione fra i più eleganti panneggiamenti di tutta l’antichità[1]. Talor però l’artista mirava a far vedere la bellezza del nudo, e non faceva allora nessuna pompa di panneggiamento; la qual cosa si osserva nelle figlie di Niobe, che han la veste attaccata alla vita, non iscorgendovisi pieghe, se non ove s’incava; o almeno nelle parti sollevate son esse leggerissime e basse, e sembran tirate soltanto, quanto era necessario per indicare il panno. E questo, a mio parere, è stato fatto assai giudiziosamente, poiché quando una parte del corpo è rilevata, e da essa cade dai due lati libero il panno, ivi non sono pieghe, le quali vanno solo a formarsi
ov’è |
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- ↑ Falconet Reflex. sur la sculpt. Œuvr, Tom. I. pag. 51. [ Il signor Huber ha tolta dalla sua traduzione, non so perchè, questa critica di Falconet. Questi se ne difende nelle sue Observ. sur la statue de M. Aurel. cit. Tom. I. Pag. 235. col dire, che ha parlato loc. cit. della famiglia di Niobe, non di Niobe stessa: ed è vero. Il signor Lens Le Costume, ec. liv. 2. chap. 1.pag. 53. ha creduto di dover espressamente riprovare il panneggiamento di questa al pari di quello delle altre figure dello stesso gruppo, per timore, che il giudizio di Winkelmann in questo luogo non faccia prendere un concetto svantaggiosissimo degli antichi riguardo al panneggiare. Noi diremo, che questa pretensione del signor Lens nel biasimare il panneggiamento di quella statua è troppo avanzata; come si crede troppo eccessiva la lode, che ne fa monsignor Fabroni nella Dissertazione su tutte queste flatue pag. 12., ove amplificando il sentimento di Winkelmann, lo chiama di un gusto, e d’una intelligenza unica. Egli poi si è fidato dello stesso Winkelmann nel ripetere la critica dì Falconet.