< Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
432 D e l   P a n n e g g i a m e n t o.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:542|3|0]]gure del più sublime stile i capelli son pettinati, lisci, e piani, se non che vi si veggono incavate alcune fine strisce serpeggianti: nelle fanciulle[1] son essi annodati in cima del capo[2], ovvero sulla nuca ravvolti intorno ad una specie di spillone[3], che però nelle figure loro non è visibile, fuorché in una sola romana[4] riferita da Montfaucon[5]. Con sì semplice acconciatura di capelli compariva sulla scena l'attrice principale della greca tragedia[6].

§. 11. Talora nelle figure femminili greche, come nelle etrusche d’amendue i sessi, sono legati di dietro i capelli, e sotto il legame scendono in grandi ciocche parallele. Tale è la capigliatura nella mentovata Pallade della villa Albani, in una più piccola Pallade trasportata in Inghilterra, anzi in tutte generalmente le figure di quella dea, nelle Cariatidi della villa Negroni, nella Diana del museo Ercolanese, e in molte altre figure. Per tanto mal s’appone Gori, che pretende essere i capelli così legati un distintivo delle figure etrusche[7].


§. 12. Le

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:542|3|0]]


  1. Paus. lib. 1. cap. 20. pag. 638. lin. 27., lib. 10. cap. 25. pag. 862.
  2. In una rarissima moneta d’argento della città di Taranto siede Taras, figliuolo di Nettuno, su un cavallo, come suol essere rappresentato nella maggior parte delle monete. Il particolare lì è, ch’egli ha i capelli legati in un nodo in cima al capo alla foggia delle fanciulle; onde ne farebbe dubbioso il sesso, se l’artista non l’avesse chiaramente indicato al proprio luogo. Sotto il cavallo v’è un’antica maschera tragica. [ Winkelmann voleva dire, che Taras siede sul delfino, come si vede in tutte le monete presso il Padre Magnan Miscell. num. Tom. I. Tab. 38-42., col suo nome TAPAS intorno, o sotto. Vedi anche Matteo Egizio Spiegaz. di alc. medaglie di Taranto, nei suoi opuscoli, pag. 12., Mazochi in Reg. Hercul. Mus. æn. Tab. comm. Par. I. cap. 4. sect. 5. pag. 99. Un uomo a cavallo si vede nell’altra parte della moneta. In tutte quelle, che porta il lodato Magnan non si vede la forma dei capelli annodati, né in quella, che porta Mazochi l. cit. pag. 113 ., nè in altre, che io abbia osservate: forse sarà per difetto del disegno se v’era in qualcuna.
  3. Paus. lib. 1. cap. 22. pag. 51. lin. 31.
  4. Ant. expl. Suppl. Tom. iiI. apres la pl. 4. [ Si vede anche ad una testa della galleria Granducale, riportata in rame dal sig. canonico Guasco Delle Ornatrici, ec. §. 15. pag. 48., ove dà varie forme di quelli spilloni.
  5. S’osservi però non esser quello un ago destinato a comporre il crini, acus discriminalis, come quel celebre antiquario pretende. [ Di quello ne discorre difusamente il lodato sig. canonico Guasco loc. cit. §. 16. pag. 94. segg., e ne dà le figure.
  6. Scalig. Poet. lib. 1. cap. 14.
  7. Mus. Etrusc. Tom. I. Tab. 35. p. 101. [ Il Gori in quello luogo spiegando la figura etrusca citata sopra pag. 428. in fine, che ha i capelli sciolti, non legati nella forma, che dice qui Winkelmann, e stesi poi in lunghe ciocche parallele sulle spalle, tosati in fine, e disposti in elegante maniera, scrive che in quello modo non si trovano nelle figure greche.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.