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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:548|3|0]]perte col manto o colla toga, e ben di rado rappresentate colla sola tunica, quali vedonsi nel Terenzio e nel Virgilio della biblioteca Vaticana. I leggieri mancamenti de’ soldati punivansi col condannarli a lavori manuali in semplice sottoveste; e poiché allora cinti non erano né armati, vengono presso Plutarco chiamati ἐν χιτῶσι ἀζώστοις[1].
§. 2. La sottoveste era propriamente composta di due pezzi di panno quadrilunghi, cuciti lateralmente, come si vede nella statua d’un sacerdote di Cibele nel museo del signor Browne a Londra, ove la cucitura medesima è chiaramente indicata. Vi si lasciava un’apertura per le braccia; e quella porzione di panno, che cadea dalla spalla fino alla metà della parte superiore del braccio, prendea talor la figura d’una corta manica.
[...e sue maniche.] §. 3. Usavasi però eziandio una specie di sottoveste con maniche, che non scendeano molto in giù dalle spalle, e colobia si dicevano[2], come già dissi nel Capo I. di questo Libro, ove più a lungo si tratta delle maniche anche nelle figure virili. Pretende Giusto Lipsio, che i soli cinœdi, ossia pueri meritorii[3], portassero le maniche strette e lunghe fino al polso presso la mano, come nelle vesti muliebri; ma l’opinion sua vien confutata dagli scrittori, e dai monumenti nel citato capo riportati. Egli è certo eziandio, che ne’ più antichi tempi la tunica de’ Romani non avea maniche[4].
[Brache.] §. 4. Possono come una specie di sottoveste esser considerate le brache, le quali aveano i popoli barbari e i comici che per decenza sempre portavanle sulla scena; e sì a quelli, che a questi giugnevano fino a’ piedi. Veggonsi pure delle brache, le quali non oltrepassano il ginocchio[5], sicco-
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