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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:55|3|0]]litiche come nella letteratura[1], aveva una scelta e copiosa biblioteca, che è tuttora uno de’ più singolari ornamenti di Dresda[2]. Questi, conoscendo il merito di Winkelmann, presso di se invitollo, e dandogli un impiego nella sua biblioteca[3], esistente allora a Notheniz suo feudo, gli fece uno stabilimento onorevole e comodo. Ciò avvenne nel 1748. Avea così Winkelmann già fatto un gran passo per compiere le sue idee.
A Notheniz menava Winkelmann una vita assai uniforme, stando molto più coi libri che cogli uomini. Era, come dicemmo, collega suo in quella biblioteca il sig. Franke, con cui lavorò di concerto per ordinarla, e compierla nel miglior modo. Ivi egli era nel proprio elemento; e pei libri rari e pregevoli che vi si conteneano avea tutto il comodo di stancare la sua insaziabile avidità di sapere. Sembra che allora cominciasse veramente a prendere il gusto dell’Antiquaria; la studiava a tutt’agio sulle stampe, indi andava nella vicina Dresda a vedere alcuni antichi lavori, e i gessi dei più ragguardevoli tra essi; e furon quelli i primi passi per cui grado grado si elevò sino alle idee platoniche, sulle quali, quando giunto in Roma potè confrontarle cogli archetipi ivi esistenti, costruì il piano della sua Storia delle Arti del Disegno. Cercando le cognizioni e la scienza in tutt’i libri, leggeva anche i Padri della Chiefa[4], il
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- ↑ È celebre la di lui Storia dell' Impero, da cui prese occasione Winkelmann di raccomandarsegli, come ora diremo.
- ↑ Incorporata alla biblioteca Elettorale. Huber pag. XLIV.
- ↑ Ne lo richiese l’istesso Winkelmann, ridotto quasi alla disperazione di poter trovar mezzi di continuare i suoi studj; e si contentava di farvi da copista, come si legge nella lettera, che gli scrisse a questo effetto da Seehausen li 16. giugno 1748., portata da Huber l.c .pag. XLV. Due risposte del conte una in francese, l’altra in tedesco si conservano nella biblioteca Albani. Se ne rileva, che gli desse intorno a 50. scudi di quella moneta all’anno.
- ↑ Così facessero generalmente tutti quelli, che scrivono anche in materie fuori delle Teologiche! I Giureconsulti, gli Storici, i Mitologi vi troverebbero un fondo inesausto delle più utili cognizioni; e Giacomo Gottofredo nei suoi commentari a' Codice Teodosiano ce ne persuaderà facilmente. La lettura n'è anche più amena di quello si crede il volgo mal prevenuto.