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l | P r e f a z i o n e |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:60|3|0]]rara sua collezione, e la sua magnifica villa[1] confideravansi da questo come cose proprie[2].
Ivi, dopo aver tutto veduto, ponderato, esaminato, e classificato, concepì la sua Storia dell’Arte e formonne il piano. Mentre però intorno ad essa lavorava non lasciò di pubblicare alcune opericciuole, delle quali qui separatamente non parleremo, bastando la sua Storia delle Arti a renderlo sempre celebre. Se ne trova però fatta menzione nella biblioteca delle belle arti e delle scienze, pubblicata in Lipsia dal sig. Weisse; ond’ebbe torto il sig. Paalzou di dire che la prima opera pubblicata da Winkelmann fu quella delle Antichità Ercolanesi[3]. Quelle opere minori, delle quali ogni altro sarebbesi gloriato d’esser autore, come i suoi Saggi sopra l'Architettura degli antichi, e sopra il sentimento del bello, venian da lui poco pregiate[4].
Noti sono i suoi viaggi nelle varie parti dell’Italia[5], e la sua applicazione a tutto ciò che ha della relazione collo studio dell’Antiquaria, come noto è l’onore fattogli in
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- ↑ Winkelmann pensava a descriverne tutti gli antichi monumenti, e rileviamo da una sua lettera, che già a quest’opera avesse dato mano, sebbene la riputasse lavoro di molti anni.
- ↑ Lo stesso si dica degli altri di lui casini di delizia a Castel Gandolfo, e a Nettuno. Di tutto questo ce ne fa fede lo stesso Winkelmann nelle citate lettere al signor Franke; e in una di esse scritta dal detto casino di Castel Gandolfo l. c. pag. LXXI. scrive: Il cardinale vorrebbe potermi far godere le delizie del paradiso.
- ↑ La prima opera composta, e data alla luce da Winkelmann in Italia, fu la Descrizione delle gemme incise de! Museo Stoschiano, stampata in Firenze 1760. in 4. L’anno seguente pubblicò in Lipsia le sue Osservazioni su l’Architettura degli antichi, e dopo di questa, essendo stato in Napoli, scrisse, e mandò a stampare in Dresda nel 1762. in 4. la sua Lettera al signor conte di Bruhl sulle scoperte d’Ercolano, di cui ebbe poi a pentirsi molto per avervi parlato senza risguardo del colonnello, e capo del corpo degli ingegneri signor Rocco Gioacchino Alcubierre; come egli scrive in una lettera presso Huber pag. LXXXIX. Altra lettera pubblicò parimente in Dresda nella stessa lingua, e sullo stesso argomento nel 1764. in 4.
- ↑ Huber nella vita dell’Autore dà un minuto catalogo, e dettaglio di tutte le di lui opere.
- ↑ Egli meditava di visitare la Sicilia, e la Magna-Grecia, ma non potè ciò mai eseguire: onde parlando de' monumenti ivi esistenti dovè riportarsi alle altrui relazioni. Fra queste una ve n’è del ch. sig. bar. di Riedesel, ora ministro plenipotenziario di S. M. Prussiana presso l'Imperial Corte di Vienna, intitolata: Viaggio in Sicilia, e nella Magna-Grecia, indirizzato dall’Autore al suo amico ii signor Winkelmann. La traduzione francese di quest’opera è stata stampata in Losanna 1773. [Voleva andare anche nell’altra Grecia, e stette molto a risolvere se dovea preferire questo viaggio a quello di Germania, del quale si parlerà poco appresso. Per questo si determinò finalmente sulla speranza di trovare colà degli amatori delle belle arti, che potessero