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88 storia di milano

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia di Milano I.djvu{{padleft:112|3|0]]per essere abolito, e una di queste fu sotto Carlo Magno, che aveva preso concerto col papa di uniformare al rito romano tutte le chiese de’ suoi dominj: e perciò in Milano allora si fece il possibile per ritirare tutti i libri ambrosiani. Certo Eugenio vescovo, non si sa di qual diocesi, ottenne, per riverenza al santo Istitutore, che non venisse abolito[1]. Fra le mutazioni accadute nel rito ambrosiano, vi è in parte quella del battesimo, che allora si eseguiva immergendo nel sacro fonte, non porzione del capo soltanto, ma tutto il corpo del neofito; e perciò eranvi due battisterj. Quello per le donne chiamavasi Santo Stefano alle fonti, ed era dove ora trovasi Santa Radegonda, ove stavano nel decimo secolo le vergini sacre a Dio di Vigelinda, che assistevano alle fanciulle nel loro battesimo: massimamente finchè durò il costume di non conferire comunemente quel sacramento a’ bambini, ma a’ fanciulli già dotati di qualche uso di ragione, come insegna il conte Giulini[2]. L’altro battisterio chiamavasi San Giovanni alle fonti, destinato per gli uomini; ed è tuttavia in piedi, sebbene mutato di forma. Ognuno può ravvisarlo al capo della chiesa di San Gottardo, nella Regia Ducal Corte, ed è quel fabbricato poligono in cui sta riposto l’altar maggiore; e quello è appunto l’antichissimo battisterio in cui probabilmente Sant’Agostino venne battezzato dal nostro santo arcivescovo Am-

  1. Landulph. Senior. lib. II, cap. 10. Rer. Italic. t. IV. - L'anno 1440 il cardinale Branda Castiglione, signore accreditatissimo, avendo sottratti i Rituali ambrosiani per introdurre il rito romano, corse pericolo di vita. Il popolo attorniò il suo palazzo; egli fu costretto gettare dalle finestre i libri ambrosiani, e finchè visse non s'arrischiò a porre mai pià il piede in Milano
  2. Tomo II, pag. 151
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