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298 inni sacri

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  Egli è il Giusto che i vili han trafitto,
Ma tacente, ma senza tenzone;
Egli è il Giusto; e di tutti il delitto
Il Signor sul suo capo versò. h
Egli è il santo, il[1] predetto Sansone,
Che morendo francheggia Israele;
Uhe volente alla[2] sposa infedele
La fortissima chioma lasciò.

  Quei che siede sui cerchi[3] divini,
E d’Adamo si fece figliolo[4];
Nè sdegnò coi fratelli tapini
Il funesto retaggio partir:[5]
Volle l’onte, e nell’anima[6] il duolo,
E l’angosce[7] di morte sentire,
E il terror che seconda il fallire,
Ei che mai non conobbe il fallir.

  La repulsa al suo prego sommesso,
L’abbandono del Padre sostenne:
Oh spavento! l’orribile amplesso
D’un amico spergiuro soffrì.
Ma simile quell’alma divenne
Alla[8] notte dell’uomo[9] omicida:
Di quel Sangue[10] sol ode le le grida.
E s’accorge che Sangue tradì. i

Oh spavento! lo stuol de’[11] beffardi
Baldo insulta a quel volto divino,
Ove intender non osan gli sguardi
Gl’incolpabili figli del ciel.
Come l’ebbro[12] desidera il vino,
Nell’offese[13] quell’odio s’irrita;
E al maggior dei delitti gl’incita[14]
Del delitto la gioia[15] crudel.

  1. il santo il
  2. a la
  3. cerchj
  4. figliuolo
  5. partir.
  6. ne l’anima
  7. le angosce
  8. A la
  9. de l’uomo
  10. sangue
  11. dei
  12. l’ebro
  13. Ne
    le offese
  14. gl’incita,
  15. gioja
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