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304 | inni sacri |
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Sia frugal del ricco il pasto;
Ogni mensa abbia i suoi doni;
E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni,[1]
Scorra amico all’umil tetto,[2]
Faccia il desco poveretto
Più ridente oggi apparir.
Lunge il grido e la tempesta
De’ tripudi[3] inverecondi:
L’allegrezza non è questa
Di che i giusti son giocondi;
Ma pacata in suo contegno,
Ma celeste, come segno
Della gioia[4] che verrà.
Oh beati! a lor più bello
Spunta il sol de’ giorni santi;[5]
Ma che fia di chi rubello
Torse, ahi stolto! i passi erranti[6]
Nel sentier che a morte guida?[7]
Nel Signor chi si confida[8]
Col Signor risorgerà.
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