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la pentecoste 307

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  Spose che[1] desta il subito
Balzar del pondo ascoso;[2]
Voi già vicine a sciogliere
Il grembo doloroso;
Alla bugiarda pronuba
Non sollevate il canto:
Cresce serbato al Santo
Quel che nel sen vi sta.

  Perchè, baciando i pargoli,
La schiava ancor sospira?
E il sen che nutre i liberi
Invidiando mira?
Non sa che al regno i miseri
Seco il Signor solleva?
Che a tutti i figli Eva
Nel suo dolor pensò?

  Nova franchigia annunziano
I cieli, e genti nove:
Nove conquiste, e gloria
Vinta in più belle prove;
Nova, ai terrori immobile
E alle lusinghe infide,
Pace, che il mondo irride,
Ma che rapir non può.

  O Spirto! supplichevoli
A’[3] tuoi solenni altari;
Soli per selve inospite;
Vaghi in deserti mari;
Dall’Ande algenti al Libano,
D’Erina[4] all’irta Haiti,
Sparsi per tutti i liti,
Uni per Te di cor,[5]

  1. Spose, cui
  2. ascoso,
  3. Ai
  4. D’Ibernia
  5. Ma d’un cor solo in Te.
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